Ci hanno detto che la Luna è un corpo celeste dal turbolento passato geologico, che sta andando via via raffreddandosi: tutto vero, ma questo raffreddamento sta avvenendo, forse, più lentamente del previsto.
Eventi recenti. Osservazioni della superficie lunare compiute dal Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), la sonda della Nasa in orbita intorno al nostro satellite dal 2009, hanno rivelato tracce di un'intensa attività vulcanica avvenuta, sulla faccia visibile della Luna, entro gli ultimi 100 milioni di anni. Una inezia, in termini geologici: i dinosauri, che all'epoca popolavano il nostro pianeta, potrebbero essere stati testimoni del vulcanismo lunare.
Non del tutto sopita. La faccia visibile della Luna è costellata da una serie di scure pianure basaltiche chiamate mari: si sono formate durante il periodo di più intensa attività vulcanica del nostro satellite, iniziato 3 miliardi e mezzo di anni fa ed esaurito, si pensava finora, circa un miliardo di anni fa.
C'erano però alcuni indizi che suggerivano che questa attività non si fosse completamente placata così indietro nel tempo. Nel 2006, per esempio, si era scoperto che Ina, una strana struttura geologica già osservata dagli astronauti dell'Apollo 15, era probabilmente un camino vulcanico attivo ancora 10 milioni di anni fa.
Le prove. La super vista di LRO (le cui telecamere hanno una risoluzione altissima, che va dai 50 ai 200 centimetri per pixel) ha evidenziato che Ina è in buona compagnia: 70 strutture riconducibili a fiumi di lava solidificati, dai 100 ai 5.000 metri di larghezza, sono state individuate sulla faccia visibile della Luna.
Ancora grezze. Secondo i geologi dell'Arizona State University, che hanno analizzato questi dati, pubblicati su Nature Geoscience, si tratterebbe di formazioni recenti, dato il netto contrasto tra questi cumuli di lava e la roccia circostante: le linee di confine tra i due tipi di suolo sono marcatamente visibili, mentre una prolungata attività dei terremoti lunari e di micrometeoriti le avrebbe con il tempo smussate.
Altre in futuro. Inoltre, la conta dei crateri - una tecnica di datazione del suolo lunare che si basa sull'assunto che un terreno relativamente giovane risulti meno "crivellato" dall'impatto di meteoriti - conferma che si tratta di formazioni molto giovani, alcune più recenti di 50 milioni di anni fa. Per la più recente si ipotizzano 18 milioni di anni.
Segno, secondo gli scienziati, che qualche sussulto di attività eruttiva potrebbe avvenire ancora in futuro. La Luna «è più calda di quanto si pensasse», commenta Mark Robinson, coautore dello studio, e sta ancora rilasciando parte del suo calore interno a spizzichi e bocconi.
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