«Se mettiamo insieme la mappa della materia oscura nella Via Lattea col modello più attuale del Big Bang che spiega l’universo e ipotizziamo l’esistenza dei cunicoli spazio-temporali, allora quello che otteniamo è che nella nostra galassia potrebbe davvero esserci uno di questi cunicoli, e che potrebbe addirittura essere grande come la galassia stessa. E non finisce qui. In questo cunicolo si potrebbe anche viaggiarci dentro, perché, in base ai nostri calcoli, sarebbe navigabile. Proprio come quello che tutti abbiamo visto nel recente film "Interstellar"».
Quello che avete appena letto non è la trama di un nuovo film di fantascienza, ma il pensiero di Paolo Salucci, astrofisico della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste ed esperto di materia oscura nell’universo.
Salucci è fra gli autori di una ricerca da poco pubblicata sulla rivista Annals of Physics che ipotizza proprio questo, almeno dal punto di vista teorico.
Collegamenti tra buchi neri. I cunicoli spazio-temporali (o wormhole o, ancora, ponti di Einstein-Rosen) sono di recente diventati di gran moda fra il pubblico, complice il successo della pellicola fantascientifica di Christopher Nolan, ma attirano l’attenzione degli astrofisici da molto tempo. «Pensate che quello che abbiamo cercato di fare nel nostro studio è stato risolvere proprio l’equazione sulla quale lavorava l’astrofisica "Murph". Ma naturalmente l’abbiamo fatto in tempi "non sospetti", ben prima dell’uscita del film» scherza Salucci. «Si tratta in realtà di un problema estremamente interessante per gli studi sulla materia oscura».
Ipotesi. Naturalmente gli autori della ricerca non stanno sostenendo che la nostra galassia sia sicuramente un wormhole, ma semplicemente che stando ai modelli teorici quest’ipotesi è possibile. Si potrà mai verificarla sperimentalmente? «In via di principio lo si potrebbe fare confrontando due galassie, la nostra e una molto vicina, come per esempio la Nube di Magellano, ma siamo ancora molto lontani dalla possibilità effettiva di eseguire un confronto del genere» spiegaSalucci.
Per trarre le loro conclusioni gli astrofisici hanno unito le equazioni della Relatività Generale alla mappa estremamente dettagliata della distribuzione della materia oscura nella Via Lattea: «siamo stati noi stessi a ottenere questa mappa in un lavoro del 2013», puntualizza Salucci. «Al di là dell’ipotesi fantascientifica, il nostro lavoro è interessante perché propone una riflessione più complessa sulla materia oscura».
L'importanza dei neutralini. Gli scienziati a lungo hanno cercato di spiegare la materia oscura ipotizzando l’esistenza una particolare particella, il neutralino, che però non è né mai stata trovata al CERN, né osservata nell’universo.
Esistono però teorie alternative, che non ricorrono alla particella, «e forse è giunto il momento per gli scienziati di prendere quest’argomento sul serio», conclude lo scienziato.
«La materia oscura potrebbe essere "altro", forse anche un grande sistema di trasporto galattico. In ogni caso è ora che cominciamo a chiederci davvero di che cosa si tratti».