La vita sulla Terra ha rischiato di finire 565 milioni di anni fa perché in quell'epoca il campo magnetico terrestre si ridusse fin quasi a collassare. Allora infatti il nucleo era ancora liquido e questo rendeva molto instabile il magnetismo del nostro pianeta.
Antiche formazioni. Lo hanno scoperto alcuni ricercatori delle università Usa di Rochester e di Santa Cruz, analizzando frammenti di una delle più antiche formazioni di roccia conosciute (dato che quando si formano le rocce, i minerali magnetizzabili che vi restano inclusi conservano una traccia dell'intensità e della direzione del campo magnetico terrestre di quel periodo).
Gli scienziati hanno capito che nei materiali di 565 milioni di anni fa il campo magnetico era in tilt, cambiava direzione 20 volte più spesso di oggi ed era arrivato quasi ad azzerarsi: se davvero si fosse azzerato, la Terra sarebbe stata esposta alle radiazioni solari nocive e la vita (all'epoca rappresentata solo da organismi unicellulari) sarebbe scomparsa.
Non è accaduto grazie alla solidificazione del ferro nel nucleo interno che, pompando calore verso l'esterno, mise in moto la "dinamo" terrestre, responsabile dell'incremento dell'intensità del campo magnetico.