7 febbraio 2012 - Gli scienziati russi sono penetrati nel lago subglaciale Vostok, in Antartide. Lo ha comunicato lunedì una fonte nel gruppo di ricercatori. Nel comunicato si legge: "Ieri, nella stazione di Vostok in Antartide, i nostri scienziati, ad una profondità di 3768 metri, hanno completato la perforazione e hanno raggiunto il fondale del lago subglaciale". Dopo 40 anni di lavoro, i ricercatori russi sono riusciti a penetrare, con una punta da 13 cm di diametro, in un mondo dove nessuno è mai arrivato. Quando il perforatore entrerà nel lago l'acqua risalirà per pressione e andrà a riempire un campionatore alto circa un metro. Una volta effettuata questa operazione l'acqua del campionatore verrà lasciata laggiù a congelarsi durante l'inverno, dal momento che tutto il sistema è progettato per estrarre solo carote di ghiaccio. Di seguito potete leggere l'articolo che ho scritto poche ore prima del comunicato.
Il più grande dei laghi subglaciali al Polo Sud è stato raggiunto, dopo decenni di scavi nel ghiaccio. Il lago Vostok è un bacino di acqua temperata, sepolto da 20 milioni di anni. Il Vostok è lungo 250 km, largo 50 e profondo 1: quanto il lago Ontario. è nascosto a 3,7 km sotto la superficie.
In un piccolo avamposto nel cuore dell'Antartide un gruppo di scienziati russi sta per raggiungere un enorme lago che è rimasto isolato dal resto del pianeta e dai raggi del Sole per decine di migliaia di anni (forse anche per un milione di anni) e al cui interno potrebbero esserci forme di vita del tutto sconosciute.
I ricercatori sono impegnati in una lotta contro l'arrivo dell'inverno antartico (che giungerà quando da noi arriverà l'estate) cercando di terminare la lunga perforazione che li separa dal più grande lago dei 400 finora scoperti che giacciono sotto migliaia di metri di ghiaccio. Giorni fa era corsa voce che l'intera troupe di ricercatori si fosse persa o che qualcosa di catastrofico fosse successo al loro campo base, per fortuna però, questa notizia è stata smentita categoricamente.
Anche inglesi e americani in corsa. Questo tentativo è in atto da oltre 40 anni, ma una sorta di maledizione e problemi tecnici hanno sempre impedito di riuscire a perforare i 3.700 m di ghiaccio prima dell'arrivo dell'inverno. Ma quest'anno la sfida è più importante di ogni altro tentativo.
Alle loro calcagna infatti, sono arrivate squadre di ricercatori con lo stesso intento provenienti dagli Stati Uniti e dal Regno Unito che stanno sistemando le apparecchiature in prossimità di altri laghi per dare il via alla perforazione durante la prossima primavera antartica (il nostro autunno). Nonostante si respiri una sorta di gara al mondo alieno i ricercatori sostengono che non c'è alcuna competizione in gioco, perché tutti e tre i progetti hanno un loro obiettivo scientifico che non si sovrappone necessariamente agli altri.
Il bacino del lago Vostok potrebbe essere un vero e proprio endopianeta, un mondo sconosciuto e autonomo all'interno del pianeta Terra. Secondo alcune ipotesi (tutte da valutare, ma molto suggestive), nella conca il ciclo dell'acqua potrebbe essere completo e la caverna potrebbe ospitare fenomeni meteo, piogge e temporali e spostamenti d'aria. E forse forme di vita complesse.
Una prova per veri mondi alieni. Numerosi sono i laghi antartici, ma il Lago Vostok è enorme, essendo grande circa sei volte la Valle d'Aosta e si trova nel cuore dell'Antartide orientale. Al suo interno l'acqua potrebbe essere vecchia di almeno un milione di anni e potrebbe avere una vita che si è evoluta in ambienti molto freddi che si potrebbero incontrare anche su mondi extraterrestri. "Credo che là sotto troveremo organismi unici", ha dichiarato John Priscu, un microbiologo dell'Università del Montana e un veterano nelle ricerche antartiche. Egli segue anche da consulente le ricerche in atto da parte dei russi. "Secondo una notizia del centro per le ricerche artiche e antartiche russo, pubblicata a metà gennaio, le perforazioni sono andate al meglio tra il 2 e il 12 gennaio avanzando di circa un metro e mezzo al giorno, poi si sono fermate il 12 gennaio", ha detto Priscu. Lo stop era programmato in quanto i ricercatori hanno dovuto sostituire una trivella con una punta molto grossa con una più piccola per attraversare con essa gli ultimi metri di ghiaccio che rimangono prima di arrivare all'acqua del lago. Priscu è l'ultima persona ad aver avuto accesso ai dati dei ricercatori russi che in questi giorni tengono segreta ogni attività sul campo. "E' molto difficile prendere decisioni in una situazione del genere perché è la prima volta che si realizza una simile perforazione", ha spiegato Priscu.
Freddo da 89 °C sotto zero. Il lavoro che stanno svolgendo i russi sarà sicuramente senza sosta perché se vogliono centrare l'obiettivo prima di andarsene hanno ancora a disposizione poche settimane. La temperatura è scesa a 40 gradi sottozero e nelle prossime settimane all'avvicinarsi dell'autunno le temperature potrebbero essere così rigide da impedire a qualunque aereo di poter atterrare e ripartire E' in quest'area che nel luglio del 1983 si ebbe una temperatura di -89 °C. Va ricordato però che anche se i russi dovessero riuscire a raggiungere l'acqua del lago e a prelevarne un campione, essi non potranno estrarla prima dell'estate del 2012 per il tipo di sistema a perforazione che stanno usando. Quando partì questa perforazione i russi non sapevano che sotto il loro campo di lavoro vi era un lago (erano gli anni Settanta) e quindi usarono un sistema per perforare e campionare ghiaccio. Essi infatti, volevano ricostruire la storia climatica del pianeta studiando le bolle d'aria rimaste intrappolate nel ghiaccio che si è depositato in 420.000 anni di tempo, tanto dovrebbe essere la storia rimasta inglobata nei ghiacci. Quando si è scoperto la presenza del lago una serie di incidenti hanno impedito di arrivarci velocemente e quando questi sono stati superati vi era una notevole paura di inquinare il lago inserendo punte non totalmente sterilizzate e quindi le operazioni andarono a rilento fino a fermarsi del tutto per alcuni anni.
I laghi, liquidi perché isolati dalle temperature estreme in superficie, interessano gli scienziati per il fatto che potrebbero ospitare forme di vita (batteri e altri microbi) che non hanno riscontro nel resto della Terra, essendosi abituate, da milioni di anni, a vivere in condizioni estreme: basse temperature, buio, pressione elevata e scarsi nutrienti. E in quelle profondità si celano le tracce degli antichi cambiamenti climatici della Terra.
Ora tutti i problemi sembrano essere stati superati e una punta da 13 cm di diametro sta per arrivare in un mondo dove nessuno è mai arrivato. Quando il perforatore entrerà nel lago l'acqua risalirà per pressione e andrà a riempire un campionatore alto circa un metro. Una volta effettuata questa operazione l'acqua del campionatore verrà lasciata laggiù a congelarsi durante l'inverno, dal momento che tutto il sistema è progettato per estrarre solo carote di ghiaccio.
Questa perforazione però sta avvenendo là dove il lago è poco profondo (la sua profondità massima si aggira attorno ai 500m) e quindi i ricercatori avranno un'idea delle caratteristiche della fauna e della flora, eventualmente presente, solo parziale.
Come valutare i risultati. È come se si andasse sul lago di Garda, si prendesse una secchiata d'acqua e da questa si volesse avere un'idea dell'ecosistema del lago di un tempo che fu. Ecco perché il progetto inglese che prevede di perforare il Lago Ellsworth che si trova sotto quasi 2 chilometri di ghiaccio e quello americano, chiamato progetto Wissard, che prevede di perforare un lago in Antartide occidentale, avranno la loro importanza anche se l'obiettivo verrà centrato dopo quello dei russi. Ora non rimane che attendere notizie dal luogo più remoto della Terra dove si esplora uno dei mondi più antichi del pianeta sperando nel successo delle spedizioni.