Il 17 giugno 2017 in Groenlandia si è verificato uno dei più mostruosi tsunami della storia. In quei giorni si è avuta soltanto la sensazione della portata dell’evento, ma non si avevano dati certi, perché mancavano informazioni dirette dal luogo dove si era appena verificato il fenomeno.
Si era saputo che un’onda, entrando in un fiordo, aveva distrutto alcune case di Muugaatsiaq e che quattro persone risultavano disperse, ma nulla più. Ora un gruppo di ricercatori è giunto sul posto per capire cosa è realmente successo e cosa ha provocato il fenomeno.
Ora sappiamo che una gigantesca frana, scivolata dai fianchi del fiordo Karrat, sulle coste occidentali dell’isola, ha creato onde alte anche 100 metri che si sono abbattute sulle rive dell’insenatura raggiungendo anche il piccolo villaggio di pescatori a 20 chilometri di distanza.
«La frana è stata così imponente che nella sua corsa verso il mare ha causato un segnale sismico di Magnitudo 4.1, al punto che inizialmente si è pensato che la Groenlandia fosse stata colpita da un forte sisma», ha spiegato Trine Dhl-Jensen, sismologo al Geological Surbey della Danimarca e della Groenlandia.
Il mare ha scavalcato una collina. Solo un esame successivo e più attento ha permesso di capire che non era un fenomeno endogeno ad aver provocato il segnale, ma una frana, scivolata da circa 1.000 metri d’altezza rispetto al livello del mare.
Quando la massa di terra è arrivata in mare ha frantumato in numerosi pezzi un ghiacciaio galleggiante. L’insieme dei fenomeni ha prodotto onde alte tra i 90 e i 100 metri che hanno colpito la costa da dove era scivolata la frana. L'energia dell’acqua è stata tale che le onde, anche dopo aver attraversato il profondo fiordo, hanno raggiunto la costa opposta, a sei chilometri di distanza, con una forza tale da superare una collina alta 50 metri.
A 30 chilometri di distanza dalla frana l’acqua ha prodotto onde alte 10 metri. Spiega Hermann Fritz del Georgia Institute di Atlante: «Gli tsunami generati da frane, possono interessare aree più ristrette rispetto a quelli prodotti dai terremoti, ma possono creare onde più alte ed essere più devastanti».
Tsunami con onde alte 500 metri. Dopo aver realizzato il sopralluogo nell’area interessata dallo tsunami Costas Synolakis, della University of Southen California di Los Angeles ha sottolineato: «In Groenlandia le rocce di molti versanti delle montagne che cadono a picco nei fiordi sono tenute insieme dal freddo e dal ghiaccio, ma con l’aumentare delle temperature del pianeta distacchi simili a quelli del 17 giugno potrebbero diventare più frequenti».
Durante le ricerche gli scienziati hanno notato l’esistenza di un’altra potenziale frana presente nel Karrat Fjord che potrebbe ripete quanto appena avvenuto. Per questo motivo gli abitanti del paese sono stati spostati a Uummannaq, luogo ritenuto più sicuro.
Fino a pochi anni or sono si pensava che tsunami con onde alte centinaia di metri potessero verificarsi solo in caso di impatto di asteroidi con la Terra, ma ora sono più d’una le testimonianze di tsunami con onde di simile portata.
Nel 2015 uno tsunami generato da un’altra frana nel Taam Fjord nella Icy Bay, in Alaska, causò onde alte anche 300 metri e nel 1958 un terremoto di M 8,3 a Lituya Bay, in Alaska, innescò una frana che nello stretto fiordo creò onde alte anche 500 metri.