Scienze

Lo strano allineamento dei buchi neri

Una scoperta casuale che cambierà i nostri modelli sull'evoluzione dell'Universo (ma ancora non sappiamo come).

Numerosi buchi neri al centro di diverse galassie senza legami tra loro hanno mostrato di emettere potenti getti di energia tutti nella stessa direzione. La scoperta, pubblicata sul Monthly Notices Letters of the Royal Astronomical Society, è stata possibile grazie a tre anni di ricerche condotte con il Giant Metrewave Radio Telescope (GMRT), un insieme di radiotelescopi a Pune (India).

A sinistra (nei cerchi) i buchi neri che mostrano la medesima direzione dei propri getti. A destra la medesima immagine senza cerchi © Russ Taylor

Spiega Andrew Russ Taylor (Dip. di astronomia dell'università di Cape Town, Sudafrica), primo firmatario dello studio: «Una uniformità nelle emissioni è spiegabile solo se i buchi neri ruotano tutti nella stessa direzione. E poiché sono molto distanti tra loro, e non si vede come possano avere o avere avuto interazioni reciproche, si deve supporre che l'orientamento comune debba risalire alla formazione delle galassie, nell'universo primordiale. In quell'area, chiamata ELAIS-N1, deve essere avvenuto qualcosa che ha innescato la rotazione nella stessa direzione di tutto ciò che vi era al suo interno».

Nessuna spiegazione, nessuna teoria. Come spesso avviene anche in astronomia, la scoperta non è frutto di una ricerca mirata ma il risultato di uno studio sulle sorgenti radio più deboli in una particolare regione dell'Universo. Quale forza può avere imposto quell'uniformità di comportamento a un'intera porzione di Cosmo? Si fanno delle ipotesi: dalla presenza di campi magnetici cosmici (che hanno innescato il moto di enormi quantità di materia ed energia) all'azione di particelle esotiche (per esempio gli assioni: mai finora rilevati). Ma la verità dei fatti è che, al momento, la domanda è senza risposta.

Inoltre, «non abbiamo alcun modello che spieghi questo bizzarro fenomeno», afferma Romeel Dave (università di Cape Town), che coordina un gruppo di ricercatori che realizzano modelli evolutivi dell'Universo. I nostri attuali modelli non presentano grandi regioni dell'Universo con caratteristiche simili, ma un Universo primordiale con un grado di diversità intrinseca totale.

Ecco allora dunque una scoperta casuale che costringerà a rivedere molti concetti dati per assodati sull'evoluzione primordiale dell'Universo.

12 aprile 2016 Luigi Bignami
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