Scienze

Un sinkhole in Nuova Zelanda è una finestra su un antico vulcano

L'enorme voragine profonda 20 metri rivela strati geologici accumulati in decine di migliaia di anni: ci sono anche rocce e ceneri eruttate da un vulcano ora dormiente.

Un sinkhole lungo come due campi da calcio e abbastanza profondo da inghiottire un palazzo di sei piani si è aperto, la scorsa settimana, a 15 km dalla città di Rotorua, sull'Isola del Nord in Nuova Zelanda.

La voragine lunga 200 metri e scavata nel suolo per circa 20 metri, è comparsa all'improvviso in una sola notte e dopo un intenso periodo di piogge, ma potrebbe essere il risultato dell'erosione secolare delle rocce calcaree alla base di quella che oggi è una fattoria.

Vertigini a parte, il cratere che si è aperto è di spiccato interesse geologico. © RNZ/YouTube

la finestra sul vulcano. Oltre che per le dimensioni da record - è il più grande sinkhole mai osservato nel Paese - il buco è interessante per il luogo in cui si è aperto: l'azienda agricola in cui si è formato sorge infatti sul cratere di un antico vulcano dormiente. Ai geologi accorsi sul posto permette di osservare, in sezione, la millenaria stratificazione di rocce vulcaniche e sedimenti.

I vari strati. Sul fondo del sinkhole è visibile un deposito di rocce vulcaniche antico 60 mila anni; seguono 10-12 metri di sedimenti creati dai laghi che nel tempo hanno riempito il cratere; gli ultimi tre metri sono infine composti di ceneri vulcaniche.

Le prossime settimane serviranno agli scienziati per analizzare e catalogare campioni di suolo prelevati da questa inedita "macchina del tempo". Quindi, l'area sarà recintata per impedire che il bestiame da allevamento possa precipitare nel buco.

9 maggio 2018 Elisabetta Intini
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