La scorsa settimana un gruppo di 130 persone si è incontrato con discrezione all'Harvard Medical School (Usa) per discutere della produzione in laboratorio di lunghe sequenze di genoma umano. Hanno partecipato all'evento scienziati, esperti di etica, legali, bioingegneri e rappresentanti delle istituzioni.
Non è trapelato granché dall'incontro, a parte qualche indiscrezione raccolta dal Newscientist e pochi altri: i media sono stati tenuti alla larga e i partecipanti non hanno potuto parlare con i giornalisti.
Una delle ipotesi che si fanno è che "i 130" abbiano discusso di un progetto a lunga scadenza, forse su dieci anni, che avrebbe come obiettivo la sintesi chimica dell'intero genoma umano. Sarebbe una logica estensione dello Human Genome Project, completato nel 2003.
Uomo o biomacchina? La sintesi di sequenze di DNA non è di per sé una novità: nei laboratori di tutto il mondo già da tempo si costruiscono artificialmente genomi molto semplici, per esempio dei batteri. Ma quello dell'uomo è molto più complesso, e realizzarlo ex novo è una sfida impegnativa.
Dobbiamo dunque aspettarci un futuro popolato da umani artificiali? Invitato a fare un'ipotesi, Paul Freemont (Imperial College, Londra) ritiene piuttosto che il primo obiettivo dei 130, o del gruppo che ne scaturirà, potrebbe essere quello di sintetizzare il genoma per cellule non coinvolte nei processi riproduttivi.
Ciò che deve però essere chiarito è l'utilizzo che verrà fatto di queste linee di coltura, oltre alle attività di studio e ricerca per sviscerare i meccanismi ancora sconosciuti che regolano il funzionamento delle cellule.
Uno strano team. Secondo il New York Times, il progetto potrebbe fare riferimento a George Church (pioniere nell'editing genetico di Harvard) e Jef Boeke (genetista della Johns Hopkins). Ma fa anche il nome di Andrew Hessel, progettista di software per la multinazionale Autodesk.
Se la composizione di questa squadra vi sembra strana, avete ragione: che cosa ci fa in un progetto del genere un esperto di programmazione? L'azienda per la quale lavora Hessel ha messo piede da tempo nelle biotecnologie, e l'obiettivo potrebbe quindi essere la creazione di sostanze chimiche e farmaci di nuova concezione.
Oltre che per scopi di studio il genoma sintetico potrebbe essere quindi impiegato in campo farmaceutico, nella progettazione di nuovi vaccini, nella medicina rigenerativa e nei trapianti di organi. Potrebbe inoltre permettere ai medici di mettere a punto terapie specifiche in base al genoma di un individuo.
Perché tanta segretezza? Non mancano gli scettici, per i quali il genoma sintetico è solo un grande business per i colossi delle biotecnologie.
È anche vero che l'incontro potrebbe essere l'anteprima della diffusione dei risultati di un'importante ricerca, come qualcuno ha suggerito, e questo giustificherebbe in parte la riservatezza. Ma il tema della sintesi del genoma umano evoca gli scenari più disparati, e ancora mancano regole chiare e condivise valide per ogni laboratorio al mondo.