Un nuovo nanomateriale, con componenti dell'ordine del miliardesimo di metro, permetterà di miniaturizzare sempre di più i computer.
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Con l'arrivo di nuovi materiali, il microchip si trasformerà in nanochip. Ecco un'illustrazione digitale del nuovo materiale allo studio. Foto: © Geoffrey Ozin |
Un nanomateriale, un solido poroso che ha proprietà isolanti molto migliori del silicio, potrebbe rivelarsi utile per salvare il futuro dei computer. L’industria informatica infatti ha raggiunto un limite che ne sta limitando l’evoluzione: più piccole, portatili e comode diventano le componenti, più lento e limitato diventa il computer, perché il silicio che isola i chip (i microcircuiti elettronici) perde la sua efficienza con la miniaturizzazione. Il nuovo materiale si chiama Pmo (organosilicato mesoporoso periodico).
Gnomi elettronici. Fa parte della categoria dei nanocomposti perché i pori hanno dimensioni paragonabili a nanometri (un miliardesimo di metro), disposti in una struttura a forma di favo d’ape. Per realizzarlo, sono stati combinati chimicamente silicio, un elemento inorganico, e metilene, elemento organico. È proprio la componente organica a permettere prestazioni diverse. Mentre quella inorganica offre la necessaria rigidità e facilità di manipolazione, è quella organica, che invece è modellabile, a garantire la stabilità della struttura. Inoltre, la gamma di composti organici che offre la natura è praticamente illimitata, dunque offre nuove e interessanti prospettive.
(Notizia aggiornata al 11 ottobre 2003)