L'uomo ha barattato la capacità di masticare per avere un cervello più grande? Una differenza genetica tra primati umani e non umani sembra dire di sì.
I muscoli della mascella delle scimmie, come quelli di questo scimpanzé (Pan paniscus) , e dell'uomo potrebbero riflettere una profonda deviazione evolutiva. |
Alterazione provvidenziale. Hansell Stedman e il suo team suggeriscono infatti che l'uomo “barattò” la capacità di masticare per poter avere una scatola cranica (e dunque un cervello) più grande. Circa 2,4 milioni di anni fa, infatti, una mutazione genetica ha impedito a un particolare gene di produrre e accumulare grandi quantità di una proteina, chiamata MYH16, fondamentale per i muscoli della mandibola. Tutti i primati non umani ne sono ricchissimi; l'uomo, no. La mancanza di un possente apparato masticativo avrebbe permesso alla parte superiore del cranio di crescere più liberamente. Il periodo in cui sarebbe avvenuta questa mutazione genetica sarebbe proprio quello in cui - dall'analisi dei fossili - si nota che il cranio dell'uomo inizia a distinguersi da quello degli altri primati. Se confermata, questa mutazione sarebbe dunque la prima differenza genetica funzionale tra uomo e primati a essere scoperta.
I muscoli scolpiscono le ossa? Rimane da capire come questa diminuzione dei muscoli della mandibola, dovuta all'inattivazione del gene, abbia rimodellato il cranio degli ominidi. Sorprendentemente, alcuni studi hanno già dimostrato come l'alterazione della dimensione dei muscoli possa modificare le ossa cui si attaccano. In particolare - è la suggestiva ipotesi di Stedman - la riduzione dello stress sulle ossa della scatola cranica avrebbe permesso alla stessa di diventare più larga. Le conclusioni però non convincono tutti gli studiosi di evoluzione umana. I più scettici per esempio ribattono che in molti primati non sembra che la scatola cranica troppo piccola sia la causa di un cervello piccolo.
(Notizia aggiornata al 25 marzo 2004)