Scienze

L’ultimo pasto di un Microraptor fu un mammifero: avvenne 120 milioni di anni fa ed è una rarità

I resti del piede di un mammifero fossile conservato all'interno dello scheletro di un dinosauro piumato, il Microraptor zhaoianus. Ecco perché questo ritrovamento avvenuto in Cina è eccezionale.

Un dinosauro carnivoro che mangia un mammifero. Un dramma della Preistoria avvenuto circa 120 milioni di anni fa, che si consumò nello spazio di appena 50 cm quadrati. Sì perché il carnivoro era un dinosauro teropode piumato, della grandezza di un corvo o di una cornacchia. Il mangiato, un mammifero simile a un topo campagnolo. Fra centinaia di scheletri di dinosauri carnivori conosciuti, solo in 20 casi si sono trovati conservati i loro ultimi pasti. Quest'ultima scoperta, con soggetti in scala ridotta, avvenuta nella provincia di Liaoning, nel nord-est della Cina, porta ora i casi a 21.

Il nuovo studio della McGill University, pubblicato sul Journal of Vertebrate Paleontology, descrive i resti del piede di un minuscolo mammifero fossile conservato all'interno dello scheletro di un piccolo dinosauro piumato, il Microraptor zhaoianus. Piede posizionato in corrispondenza del tratto digerente del predatore. Il Microraptor, si è visto in altri ritrovamenti, mangiava pesci e lucertole e ora sappiamo anche piccoli mammiferi. La scoperta suggerisce che fosse un carnivoro generalista, un "tuttologo" nell'ecologia dei dinosauri.

I resti fossili ben conservati (centro della foto) di un piede lungo circa un cm di un piccolo mammifero trovato all'interno dello scheletro di un dinosauro piumato, rinvenuto in Cina.
I resti fossili ben conservati (al centro della foto) di un piede lungo circa un centimetro: apparteneva a un piccolo mammifero trovato all'interno dello scheletro di un dinosauro piumato, rinvenuto in Cina. © MacGill University

Rarità illuminante. Racconta Hans Larsson, paleontologo della McGill University: «Non potevo crederci. All'interno della gabbia toracica del Microraptor c'era un minuscolo piede di mammifero simile a quello di un roditore: era lungo circa un centimetro e perfettamente conservato. Reperti di questo genere, come prove fisiche del consumo di un determinato cibo, sono eccezionalmente rari». Il Microraptor era completamente piumato con ali sia sulle "braccia" allungate che sulle zampe. Delle dimensioni di un corvo, si tratta di uno dei più piccoli dinosauri esistiti, strettamente legato all'origine degli uccelli.

Continua Larsson: «Sapevamo già di esemplari di Microraptor conservati con al loro interno resti di pesce, di uccello e di lucertola. Questa nuova scoperta aggiunge un mammifero alla loro dieta, suggerendo che questi dinosauri fossero opportunisti e non specializzati. Per la prima volta troviamo un carnivoro generalista negli ecosistemi dei dinosauri. Possiamo vedere oggi che i predatori generalisti, come volpi e corvi, sono importanti stabilizzatori ecologici, perché possono nutrirsi anche di specie "minori" soggette a improvvisi incrementi di popolazione, regolandole».

Una questione di taglia. I paleontologi considerano che, per soddisfare i loro bisogni alimentari, i grandi teropodi (come il T. Rex, gli allosauri o anche i Velociraptor) cacciassero dinosauri di una certa mole e non mammiferi che all'epoca erano ancora di dimensioni molto limitate e quindi poco nutritivi. Era diverso per i teropodi di dimensioni minori che potevano accontentarsi di prede più piccole, fuori dalla cerchia dei dinosauri.

«Sapere che il Microraptor era un carnivoro generalista, che si rivolgeva cioè a prede di diversi classi e ordini animali, offre una nuova prospettiva su come avrebbero potuto funzionare gli antichi ecosistemi e una possibile spiegazione del successo evolutivo che ebbero i piccoli dinosauri piumati». Da loro si ritiene che siano emerse diverse forme di uccelli. In pratica, quando ci fu la crisi del Cretacico, con le estinzioni di massa, le specie generaliste ebbero più possibilità di sopravvivere rispetto a quelle specializzate a vivere in determinati ambienti e a mangiare solo certe specie.

Ecco come si può immaginare un Microraptor che preda un piccolo mammifero, in analogia con un uccello rapace di oggi. Magari notturno, perché la predazione poteva avvenire anche di notte, quando i primi mammiferi del Cretacico uscivano di più, con il favore dal buio.
Ecco come si può immaginare un Microraptor che preda un piccolo mammifero, in analogia con un uccello rapace di oggi. Magari notturno, perché la predazione poteva avvenire anche di notte, quando i primi mammiferi del Cretacico uscivano di più, con il favore dal buio. © Hans Larsson

Campione di decathlon. Teoricamente, guardando alla sua struttura corporea, il Microraptor poteva catturare piccoli animali correndo a terra, arrampicandosi sugli alberi e anche con il volo planato. Ma, nel caso specifico, mangiò il roditore al termine di una vera predazione? Oppure lo trovò già morto, comportandosi come un animale spazzino (cioè consumatori di carogne e avanzi lasciati da altre specie)? A favore della prima ipotesi c'è il fatto che generalmente i carnivori che non praticano la caccia in gruppo catturano prede di taglia inferiore rispetto a loro. Il roditore era 10 volte più piccolo del Microraptor. Gli spazzini, all'opposto, consumano carcasse anche molto più grandi di loro.

A favore invece della seconda ipotesi, quella della necrofagia, si considera l'abitudine dei carnivori di iniziare a mangiare le loro prede partendo dai muscoli e dalle viscere, per poi finire con le parti meno carnose e cartilaginee. Il fatto che nell'intestino del Microraptor sia stato trovato solo un piede del roditore, con ben poco tessuto muscolare, fa immaginare l'antica scena come un incontro fortuito con un animale già morto e magari già in buona parte consumato da altri. Una conclusione a cui propendono i ricercatori, forse poco onorevole per un dinosauro, ma che dimostra ancora di più l'eclettismo del Microraptor.

9 gennaio 2023 Franco Capone
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