Scienze

Cosa mangiavano i trilobiti? Ce lo dice il fossile di un esemplare vissuto 465 milioni di anni fa

Grazie a un fossile di trilobite, ritrovato con il tratto digestivo pieno di prede, si chiarisce per la prima volta che cosa mangiassero questi antichi artropodi marini.

Per 270 milioni di anni, circa 20 mila specie di trilobiti hanno abitato i fondali marini del Pianeta. Nonostante i numerosi ritrovamenti fossili, poco o nulla si sapeva della dieta di questi artropodi primitivi e quindi di buona parte delle loro abitudini. Ma ora per la prima volta è stato trovato il contenuto del pasto di un trilobite al suo interno, portando alla conclusione che la loro dieta era molto varia: si nutrivano soprattutto di animali bentonici, cioè che stavano sul fondo.

Una palla di pietra. La specie oggetto dello studio, pubblicato su Nature, Bohemolichas incola, era in vita 465 milioni di anni fa ed è stata ritrovata nel cosiddetto Rokycany Balls, deposito di noduli silicei nel bacino (geologico) di Praga. Il suo sistema digestivo si è perfettamente fossilizzato con il resto del corpo (diviso in tre lobi e per questo è detto trilobite).

Digestione lenta. Il paleontologo Petr Kraft, con i suoi colleghi della Charles University della Repubblica Ceca, utilizzando la tecnica d'immagine della microtomografia a sincrotrone, ha individuato anzitutto parti di conchiglia appartenute a ostracodi che il trilobite aveva mangiato. Gli ostracodi erano simili a piccoli gamberi e ancora oggi hanno discendenti, mentre tutti trilobiti si estinsero circa 200 milioni di anni fa. I frammenti delle prede hanno ancora bordi taglienti, segno che il sistema digestivo del trilobite non era acido, infatti non portava a una veloce dissoluzione del cibo, ma basico, come quello dei crostacei e degli aracnidi. Per inciso, si tratta proprio dei due gruppi presi in considerazione dai paleontologi quando pensano ai parenti più prossimi dei trilobiti.

Opportunista. Bohemolichas incola aveva anche divorato lumache con conchiglia, stelle marine e parenti di ricci di mare chiamati stylophora, così come altri molluschi dal guscio sottile, probabilmente bivalvi (come le vongole). «L'alimentazione non selettiva suggerisce che era prevalentemente uno spazzino opportunistico», scrivono i ricercatori. «Può essere considerato come un mini frantoio per animali vivi o morti da spezzettare facilmente o da inghiottire interi se abbastanza piccoli».

Onnivori. Questa e molte altre specie di trilobiti dovevano dunque essere delle specie ecologicamente definite come R, cioè che si adattavano a mangiare di tutto (come oggi le cornacchie o i ratti) e forse fu proprio questo il segreto del loro successo evolutivo.

28 ottobre 2023 Franco Capone
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