Tutto quello che avresti sempre voluto sapere su Wikileaks e non hai mai osato chiedere!
“Il sito del momento, riassunto nei sei punti più salienti”
Cos’è Wikileaks - Wikileaks si descrive un media "no profit” che nasce sul Web nel 2006, per distribuire documenti originali forniti da fonti anonime. Come afferma sul sito: Wikileaks accetta solo materiale riservato o censurato di contenuto politico, etico o diplomatico che abbia rilevanza storica. Non si accettano rumors, opinioni o altri materiali che possono essere di pubblica disponibilità altrove.
All’inizio un wiki – Wikileaks ha mostrato prove e documenti significativi relativi al Kenya nel 2008, lavorando con un modello di condivisione online in stile wiki: chiunque, rimanendo anonimo, poteva documentare online, modificare, contribuire. E, dopo due anni, ad aprile 2010 il sito pubblica il video "Collateral Murder", che mostra un attacco a civili in Iraq da parte di un elicottero USA. Il caso salta agli occhi del pubblico globale: nel video un fotoreporter della Reuters viene ucciso perché la sua fotocamera viene scambiata per un’arma. Dopo comincia a pubblicare documenti originali delle guerre in cui gli Stati Uniti sono coinvolti: Afghanistan e Iraq, a luglio e ottobre 2010. E alla fine di novembre ha pubblicato centinaia di migliaia di informative riservate, emesse da decine di ambasciate statunitensi sparse nel mondo.
Chi è Julian Assange – il quarantenne Julian Assange è un cittadino australiano, agli inizi di Wikileaks si identifica come portavoce, ma viene spesso citato come il suo fondatore. Fin dal 2006 Assange ha illustrato la sua visione politica: la sua filosofia personale è contro i governi autoritari, che cospirano in segreto per controllare i cittadini. La mission del suo sito è di rendere pubbliche le verità a colpi di prove e documenti originali.
Condivisione e media - In questo scoop diplomatico Wikileaks ha dato anteprime e anticipazioni dei documenti a un selezionato gruppo di media mondiali: Le Monde, El Pais, The Guardian e Der Spiegel. I documenti che il sito ha condiviso sono ben 251,287 dispacci diplomatici, in gergo: “diplomatic cables”. I media sono stati coinvolti per analizzare, riassumere e rendere pubblica l’enorme mole di materiale informativo raccolto: un numero enorme di documenti, sia testuali che in diverse forme, con o senza i metadata utili per la ricerca e l’aggregazione per parole chiave. Ad esempio Le Monde ha creato un’apposita applicazione per cercare nel testo di diverse centinaia di documenti. Le ricerche sono organizzate in dettaglio, per: paese, data, origine, classificazione e persone citate.
El Pais offre inveceaccesso a un paio di centinaia di documenti, da leggere e cercare in spagnolo e inglese. Inoltre il giornale offre la guida “How to read a diplomatic cable”: per interpretare il gergo, le abbreviazioni e i tecnicismi dei documenti di diplomazia internazionale. L’inglese The Guardian offre invece analisi, grafici e documenti, anche pubblicati su Google Docs. Secondo gli accordi, Wikileaks e i media condivideranno l’edizione delle informazioni e dei documenti, rendendoli pubblici mano a mano. Secondo la BBC, Julian Assange aveva eseguito la medesima proposta al Dipartimento di Stato del governo USA, ma il rappresentate legale del Dipartimento ha pubblicamente declinato l’offerta di contribuire all’interpretazione dei documenti e ha chiesto la loro immediata restituzione.
L’assicurazione è in un file – Le vicende di Assange sono al centro della cronaca di queste settimane, fino alla recente consegna nelle mani di Scotland Yard. Ma Assange dallo scorso luglio dovrebbe avere un’assicurazione: il file “insurance”, da 1.4 GB. Nessuno sa cosa ci sia nel file di Wikileaks, ma è stato scaricato in versione criptata da 100.000 persone al mondo. Il file è praticamente impossibile da aprire senza password, alcuni non provati rumor dicono che la chiave di lettura verrà distribuita in caso di the morte di Assange o distruzione di Wikileaks.
Non si può più spegnere Wikileaks – La domanda è nata dopo le recenti pubblicazioni di fine novembre e dopo che il sito non era momentaneamente raggiungibile, per crash di traffico momentaneo, per attacco da parte di hacker o per cambio di hosting del sito. Il sito potrebbe essere chiuso, ma gran parte dei documenti stanno ormai circolando, esistono innumerevoli mirror del sito internet e Wikileaks ha alcuni volontari e staff che rispondono anche a una casella di posta “fisica”: un P.O. box in Australia, dove spedire i documenti.