Si ritorna a parlare di Titanic e l'occasione è, di nuovo, nefasta: da domenica 18 giugno è disperso nelle acque dell'Atlantico settentrionale un sommergibile partito per esplorare l'area in cui è arenato il relitto del transatlantico dal giorno del suo affondamento, il 15 aprile 1912. Cinque le persone a bordo.
La nave più grande e più lussuosa del mondo, inaffondabile, sicura e confortevole. Questo doveva essere il Titanic, transatlantico costruito a Belfast fra il 1909 e il 1912 dall'industria Harland&Wollf, su commissione della compagnia navale White Star. Partita da Southampton (Uk) il 10 aprile 1912, la nave delle meraviglie colò a picco in appena due ore e mezzo, alle 2:20 del 15 aprile, in seguito alla collisione con un iceberg, al largo dell'isola di Terranova. Nel naufragio morirono 1.512 persone e se ne salvarono 713.
IMPRESA DA MUSEO. Alla straordinaria impresa che portò alla realizzazione della nave più grande del mondo, e al suo tragico primo viaggio, è dedicato, a Belfast, un museo molto particolare, situato proprio dove il Titanic fu costruito. Un vero e proprio viaggio nella storia, recentemente rinnovato con nuove sezioni dedicate al cantiere, al viaggio, al naufragio e al ritrovamento del relitto, avvenuto nel 1985 grazie all'esploratore statunitense Robert Ballard.


LA COSTRUZIONE. Alla costruzione del Titanic lavorarono migliaia di persone. La progettazione coinvolse centinaia di ingegneri e la lavorazione impegnò, oltre agli operai, anche un numero cospicuo di artigiani, per realizzare arredi, tessuti, tappezzerie, stoviglie, suppellettili e tutti gli oggetti di lusso a bordo.
Il cantiere aveva a disposizione un ascensore ma gli operai, spaventati dall'automazione e dall'elettricità, si rifiutavano di utilizzarlo e preferivano andare su e giù per decine di metri, arrampicandosi su funi e muovendosi su passerelle in legno piuttosto precarie. Nonostante questo, si registrarono "solo" 280 feriti e 8 morti. Il quartier generale della Harland&Wollf è stato oggi trasformato in albergo.
INAFFONDABILE. Lungo 269 metri e alto oltre 53, il Titanic era ritenuto inaffondabile perché dotato di alcune soluzioni che per l'epoca erano estremamente innovative. Un doppio fondo proteggeva lo scafo e lo divideva in 16 compartimenti stagni, le cui porte si chiudevano elettricamente dal ponte di comando.
Il transatlantico avrebbe potuto galleggiare anche con i 4 compartimenti di prua allagati; ma se ne allagarono 5. Il Titanic disponeva inoltre di un radiotelegrafo (per nulla scontato all'epoca), capace di inviare messaggi a migliaia di miglia di distanza.

GLI INTERNI. La struttura interna del Titanic era molto complicata, per garantire la separazione fra i passeggeri di prima, seconda e terza classe, ma anche per nascondere il grande lavoro dell'equipaggio.
Il personale di bordo si muoveva lungo corridoi non visibili ai passeggeri.
PIANOFORTI. Sul Titanic ce n'erano addirittura sei: tre in prima classe (alla reception, nella hall e nella sala da pranzo), due in seconda classe (nella hall e in sala da pranzo) e uno in terza classe (nella sala generale).


C'ERA UNA VOLTA... IL LINO. All'epoca, a Belfast era molto fiorente l'industria del lino e questo tessuto fu ampiamente utilizzato negli interni. Erano in lino 45.000 tovaglioli, 18.000 lenzuola, 10.000 abiti per il personale, oltre alle tovaglie, ai grembiuli e così via.
IL NAUFRAGIO. La notte del naufragio il mare era totalmente piatto e il cielo così limpido che si faceva fatica a distinguere il confine fra l'acqua, su cui si riflettevano le stelle, e il cielo. Questa condizione, davvero rara in mezzo all'oceano, potrebbe aver tratto in inganno l'equipaggio in merito alla presenza dell'iceberg e alla sua distanza dalla nave.
Nel disastro si salvò il 68% dei passeggeri della prima classe, il 41% di quelli di seconda e il 25 % di quelli di terza classe. Scampò alla morte circa il 38% dei passeggeri e il 23% del personale di bordo. Il più giovane superstite aveva 2 mesi; la vittima più giovane 4. Su 12 cani se ne salvarono 3. A bordo c'erano 37 italiani, che viaggiavano perlopiù in terza classe. Se ne salvarono 8.
Scialuppe di salvataggio. Sul Titanic si trovavano 20 scialuppe di salvataggio, sufficienti per 1.178 persone. Anche se la nave poteva portare fino a 3.547 persone, il numero era in linea con gli standard dell'epoca. Si pensava infatti che, anche in caso di naufragio, la nave sarebbe affondata molto lentamente, lasciando ai passeggeri e all'equipaggio tutto il tempo per trasferirsi su altre navi giunte nel frattempo in soccorso. Molte delle scialuppe rimasero tuttavia mezze vuote e 472 salvagenti non furono utilizzati.


L'ORCHESTRA DEL TITANIC. Nel naufragio morì anche il famoso violinista Wallace Hartley. Continuò a suonare, assieme all'orchestra, mentre la nave affondava, non perché lui e gli altri musicisti non si rendessero conto del pericolo, ma per portare speranza e conforto e per favorire un'evacuazione più ordinata. Sembra che l'ultimo brano suonato sia stato Nearer, my God, to thee ("Più vicino a te Signore") un inno cristiano del XIX secolo.
Terminata l'esecuzione, Hartley fu visto avvicinarsi al bordo della nave, abbracciare il suo violino e fare un passo per gettarsi nell'abisso. Fu ritrovato due settimane dopo, ancora abbracciato allo strumento. Sul violino, dono della fidanzata, c'è una targhetta in argento con la dedica: "per Wallace, in occasione del nostro fidanzamento, da Maria".
Anche il violino è conservato al museo di Belfast, assieme alle lettere dei genitori e della fidanzata, che Wallace aveva con sé.
GUGLIELMO MARCONI. In quanto membro della White Star Line e padre del radiotelegrafo, Guglielmo Marconi era stato invitato al viaggio inaugurale con la moglie. Inizialmente i due accettarono, poi però Marconi rinunciò e preferì partire con il transatlantico Lusitania, perché era una nave "già sperimentata", mentre la moglie disdì il suo viaggio all'ultimo momento perché il figlio Giulio si era ammalato.
Guglielmo Marconi aspettò i superstiti del naufragio a New York, dove giunsero il 18 aprile, a bordo dell'RMS Carpathia, il transatlantico che aveva captato le richieste di aiuto, giungendo però sul posto quando il Titanic era già affondato.