Scienze

Terremoto in Calabria, una delle aree geologiche più complesse

Erano mesi che vi erano terremoti tra l’Italia Meridionale e la Grecia e quindi sembrava assai probabile che qualche epicentro si verificasse più vicino...

Erano mesi che vi erano terremoti tra l’Italia Meridionale e la Grecia e quindi sembrava assai probabile che qualche epicentro si verificasse più vicino all’Italia. E oggi alle 12.24 si è verificato un sisma di magnitudo 5.1 ad una profondità di 65 chilometri con epicentro nel Mar Jonio a ridosso della costa calabrese. In generale si può dire che le cause dei sismi in atto è l’avvicinamento della placca africana con quella europea ad una velocità che è anche di 9 mm all’anno. In realtà però il quadro generale dello scontro fra la placca africana e quella europea è molto più complesso di quanto si possa immaginare. La semplificazione delle due placche che si scontrano non è più soddisfacente, poiché i geofisici hanno potuto individuare e descrivere una molteplicità di microplacche, ossia di piccole placche che possiedono movimenti e interazioni particolari. Il puzzle diventa ancora più sfaccettato nella regione calabra, dove, grazie a una ricerca recente condotta da Fabio Speranza e Patrizia Macrì (INGV Roma) assieme a colleghi dell’Università di Padova il quadro che ne è uscito risulta estremamente complicato. Nell’area collinare compresa tra le cittadine di Crotone e Catanzaro le ricerche hanno messo in luce quattro blocchi di crosta terrestre che hanno subito distinti movimenti: due di essi hanno subito una rotazione antioraria avvenuta negli ultimi 1.2 Milioni di anni, altri due una rotazione oraria. I movimenti sono molto recenti, perché sono stati osservati su rocce che hanno solo 1.2 milioni di anni. Questo fa ipotizzare che queste rotazioni possano essere ancora attive oggi, e legate ad alcune faglie (fratture in movimento) che stanno ulteriormente frammentando la “microplacca” della Calabria. Tutto questo serve per dire che il Mediterraneo è un vero puzzle, composto di “tessere” crostali anche piccolissime, che probabilmente non abbiamo ancora identificato del tutto. Qui sotto il quadro dell'area mediterranea, dove sono indicate le velocità di movimento delle placche e i terremoti più forti.

5 aprile 2014 Luigi Bignami
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