Domenica mattina, vicino a Norcia in Umbria, c'è stata la più forte scossa di terremoto in Italia dal 1980, quando ci fu il terremoto in Irpinia: una scossa di magnitudo 5.6 che è stata avvertita in molte zone della Penisola.
Che cosa sta succedendo nel centro Italia? Proviamo a fare un po' di chiarezza.
Ogni volta che si sviluppa un terremoto lungo una superficie di faglia, la zona ipocentrale si scarica (rilassamento) e vengono caricati i volumi adiacenti (lateralmente) alla faglia stessa. Tali volumi, sottoposti a un nuovo stato di stress, possono cedere (rompersi) e generare terremoti a loro volta.
FEnomeni frequenti. Sono processi di propagazione laterale della sismicità (contagio) relativamente frequenti, già osservati in altre aree sismiche della Terra come per esempio in Turchia, California e Haiti.
Questo processo sta coinvolgendo l’Appennino centrale in questi mesi.
Il terremoto si è spostato da Amatrice verso nord, nell’area di Visso e Ussita, e da questi luoghi oggi nuovamente verso sud nell’area di Norcia, dove il terremoto di Amatrice di agosto si era arrestato.
Gli intervalli di tempo tra un terremoto forte e una altro forte adiacente possono essere di anni o decine di anni, ma anche giorni o mesi come sta accadendo oggi nell'Appennino centrale.
Purtroppo non siamo in grado di prevedere quando e come tale sequenza sismica andrà a scemare, né possiamo in linea teorica escludere altri terremoti forti come e più di quelli avvenuti fino a oggi in aree adiacenti a quelle colpite in questi mesi.
Va però detto che se da una parte questa sequenza è fortemente preoccupante, dall’altro lato la propagazione laterale fa sì che si verifichino una serie di terremoti forti ma non fortissimi.
Molto peggio sarebbe se tutti questi segmenti della faglia (Amatrice, Visso, Norcia) si fossero mossi tutti insieme generando un terremoto di magnitudo almeno 7.0.