Scienze

Terremoti metropolitani

11 maggio 2011: Roma verrà rasa al suolo da un terremoto. Si tratta però di una leggenda metropolitana. Ma com'è nata e si è potuta diffondere? La spiegazione del...

Gira sul web e di bocca in bocca, sempre più incessantemente, tra ragionamenti ironici ma in fondo anche un po' preoccupati, la “previsione” secondo la quale l’11 maggio prossimo un terribile terremoto colpirà la Città Eterna. Quella che viene anche liquidata come una “bufala” finisce per tenere comunque banco nelle discussioni dei romani e non solo. E ci si divide tra scettici convinti e apocalittici ferventi. Tutti chiamano in causa l'artigiano e “scienziato” autodidatta Raffaele Bendandi, morto a Faenza nel novembre 1979, che avrebbe predetto una terribile scossa a Roma per il mese di maggio. Così, tra mille contraddizioni e dubbi, la voce prende piede e si diffonde incontrollata.

Come nasce una leggenda metropolitana?
Ne sono venuto anch’io a conoscenza quando un giornalista dell’agenzia di stampa Adnkronos mi chiedeva un parere in qualità di “leggendologo”. Era l’11 marzo di quest’anno. In quell’occasione cercai di fornire gli elementi che spiegavano il nascere e il diffondersi di queste voci allarmistiche di solito attribuite a personaggi controversi, oggi definibili come “borderline”, veri profeti di sventure.

Incertezza e paura
Abbiamo a che fare con situazioni che ritornano anche nelle leggende metropolitane: situazione di incertezza sociale, paura di quanto sfugge al nostro controllo, atteggiamento dell’autorità costituita non condiviso, non compreso o contradditorio, bisogno di certezze. Ebbene sì. Perché l’adesione alla profezia è una sorta di esorcismo nei confronti delle nostre paure. Situare il potenziale pericolo nel tempo e nello spazio è come governarlo e ci fa sentire più sicuri. Sembra un paradosso, ma è un meccanismo comunemente adottato da tutti i gruppi sociali.

Prima del Giappone
Se qualcuno inizialmente aveva sospettato che la voce allarmistica fosse conseguenza dell’emozione scaturita dall’evento catastrofico dell’11 marzo 2011 in Giappone, è stata sufficiente una ricerca sul web per verificare che la diceria circolava già a inizio anno, anzi alcuni riscontri vi sono sin da novembre/dicembre 2010. Inoltre, simili annunci profetici si ripetono periodicamente da decenni rivelandosi dei falsi il giorno dopo. Nel solo 2010 se ne contano almeno tre. Per una breve sintesi si rimanda alla pagina seguente.

Allineamenti pericolosi
Ma torniamo all’11 maggio 2011. Bendandi, attratto dai misteri dell’astronomia e dai terremoti, iniziò a sviluppare da autodidatta intorno al 1910 una teoria secondo la quale i sismi erano prevedibili sulla base degli allineamenti dei pianeti e altri eventi celesti. Recentemente, Cristiano Fidani dell’INFN di Perugia ha avuto accesso all’archivio dello studioso e ha stilato un catalogo completo delle previsioni di Bendandi per verificarle. Non esistono previsioni compiutamente da lui formulate che riguardano periodi superiori al 1977.
Allora da dove nasce l’associazione tra la “profezia” dell’11 maggio e Raffaele Bendandi?

Il ruolo della TV
Con qualche ricerca mirata ho scoperto come e perché si è formata la leggenda metropolitana.
Il 28 settembre 2009 su Rai Due va in onda “Voyager”. La puntata dedica un ampio servizio a Bendandi, definito “L’uomo dei terremoti”. Non si fa alcun accenno a previsioni di futuri disastri.
Sul newsgroup “it.discussioni.misteri”, il 30 settembre, due giorni dopo, a commento del tema “Voyager ricorda Bendandi” un utente che si firma “2012” pubblica un messaggio in cui dichiara che secondo una sua personale interpretazione delle Quartine di Nostradamus “l’11 maggio 2011 ci sarà un terremoto devastante a Roma” e altri terribili terremoti “il 5, 6 e 7 aprile 2012 in varie parti della Terra”. In risposta a tale “profezia” un frequentatore del newsgroup faceva notare che lo stesso utente (“2012”) nel 1998 interpretando sempre la Quartina 82 Centuria IX aveva previsto un terremoto nel Sud Italia l’11 maggio 1999, senza azzeccarci.

Profeta o terrorista?
In rete circola solo qualche raro cenno alla profezia del maggio 2011 associata allo studioso faentino. Passa poco più di un anno e il 13 ottobre 2010 “Voyager”, secondo uno stile consolidato della trasmissione, ripropone il vecchio servizio su Bendandi col nuovo titolo di “Terremoti: il profeta inascoltato”, aggiungendo in coda un breve aggiornamento annunciato da una scritta che passa in sovraimpressione “La verità sul presunto terremoto del 2011 in Italia. Un terremoto colpirà Roma l’11 maggio 2011?”. Ritornata a Faenza per avere una risposta al quesito, la redazione intervista Paola Lagorio, presidente dell’istituto culturale “La Bendandiana” che conserva gli archivi dello studioso, la quale dichiarava fermamente come “le previsioni che compaiono su internet sono notizie infondate”. Insomma, nei documenti di Bendandi non è presente nessuna data di quelle attribuite alle previsioni che circolano in rete. La Lagorio ripeterà questa smentita nelle decine di interviste che si sono succedute negli ultimi mesi.
Purtroppo, come capita sovente per le leggende metropolitane, la smentita sortisce un effetto esattamente contrario a quello voluto, aumentando nel contempo il numero di coloro che, dapprima ignari, vengono a conoscenza della storia e, senza mezzi termini, l’accettano come vera in quanto soddisfa le proprie aspettative più dei contenuti della smentita.

Corto circuito mediatico
In questo modo, grazie a un vero e proprio corto circuito informativo tra Tv e internet è nata la leggenda della profezia di Raffaele Bendandi e il terremoto dell’11 maggio a Roma. A riprova di ciò il fatto che prima dell’ottobre 2010 non si ritrovano in rete cenni della previsione e che in alcuni casi venivano abbinate anche le date dell’aprile 2012 contenute nel messaggio “nostradamico” originale del 30 settembre 2009.
Su Facebook nascono decine di pagine e di gruppi dedicate alla profezia e la “notizia” si diffonde ovunque a macchia d’olio. Sino a giungere al mese di aprile, quando importanti quotidiani e settimanali dedicano ampi servizi alla storia. L’11 aprile, ad esempio, “La Stampa” pubblica un paginone in cronaca con richiamo in prima pagina, e negli stessi giorni ampio spazio è dato anche da “Il Giornale”, “Il Venerdì di Repubblica”, “Panorama” e “L’Espresso”.
Articoli che alcune volte con l’intento di fare chiarezza creano ancor più confusione e false aspettative. Per esempio, “Il Venerdì di Repubblica” dichiara che nelle carte di Bendandi non c’è l’11 maggio, ma ci sono il 3, il 13, il 14, il 15, il 16, il 27 e il 30 maggio. Ma dice, “non sappiamo cosa significhino”. E aggiunge una vena di mistero sottolineando che “gli ultimi studi Bendandi li ha chiusi in una busta, con sopra scritto di distruggerli col fuoco”.

I giornali abboccano ed ecco la confusione
Gli fa eco anche “Panorama” che riporta le stesse 7 date, precisando però che sono “parecchio confuse”. Rincara la confusione il vicedirettore del settimanale Maurizio Tortorella che ospite della trasmissione “Pomeriggio 5” il 7 aprile scorso, citando la loro inchiesta, dichiara: “Bendandi effettivamente aveva scritto che l’11 marzo ci sarebbe stato un grande terremoto, da qualche parte del mondo” e, rincarando la dose, prosegue: “Non l’11 maggio, ma lui prevede un terremoto nei giorni successivi”. Ma tutto ciò non è assolutamente vero. Date sparse scritte su fogli senza alcun tipo di riferimento, seppur ci fossero, non significano un bel nulla. Perché allora gettare benzina sul fuoco? Per vendere qualche copia in più con un po’ di fumo?

Le smentite ufficiali
Anche grazie a ciò la discussione e le aspettative aumentano tant’è che lo stesso Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) si è sentito in dovere di pubblicare sul proprio sito (www.ingv.it) il 14 aprile una smentita ufficiale. Non da meno è stata la Protezione Civile che pochi giorni dopo dedica alcune pagine del sito del dipartimento a smontare la falsa profezia spiegando anche come sia quasi impossibile prevedere il momento e il luogo preciso di un forte terremoto.

Lo speciale continua sotto il video


Insomma, da quello che poteva essere una semplice battuta scritta su un newsgroup si è giunti a una mobilitazione generale con, in conclusione, l’istituzione da parte dell’INGV di un “Open Day” presso la propria sede di Roma per tutta la giornata del fatidico 11 maggio.

Incontri con i ricercatori, esposizioni, cicli di proiezioni, seminari aperti al pubblico all’insegna del motto “Conoscere e prevenire aiuta ad avere meno paura!”.

Paolo Toselli
Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee (CeRaVoLC)
Alessandria, 5 maggio 2011

- Nel 2010 una sensitiva aveva già annunciato, in base al calendario Maya (così diceva), un forte terremoto ad Albano Laziale, sempre l'11 maggio, ma dello scorso anno. Allarme su Facebook. Finì con una denuncia per procurato allarme.

- Nel pomeriggio di venerdì 4 gennaio 1991 il sistema nervoso di Torino è andato in tilt. La voce che di lì a poco un terribile terremoto si sarebbe verificato ha attraversato tutta la città. La fonte sarebbe stata una profezia di Nostradamus. Si dice che a diramare la notizia sia stata una radio privata. La procura della Repubblica apre un'inchiesta, ma nessun responsabile viene rintracciato.

- L'allarme viene dall'America. Il 5 maggio 2000, a causa dell'allineamento dei pianeti del sistema solare (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno), vari catastrofisti e profeti di sventura annunciano la fine del mondo. Vecchie paure e nulla di fatto.

- Panico a Ferrara, il 28 ottobre 1978. Secondo una profezia di Nostradamus un cataclisma di immane portata, in veste di palla di fuoco, avrebbe raso al suolo la città.

- Cataclisma annunciato, un disastroso maremoto, dal solito Nostradamus a Chiavari per venerdì 17 novembre 1972.

- Una profezia di Nostradamus avrebbe previsto il crollo del centro storico di Pavia per venerdì 17 novembre 1989.

- Catania sarebbe stata rasa al suolo tra la mezzanotte e le sei del mattino del 12 giugno 1977 da un terremoto disastroso, secondo le voci diffusesi nella città che attribuivano la paternità alla profezia di un "noto scienziato" di cui però nessun riusciva a fornire il nome.

- Secondo una voce insistente, una forte scossa di terremoto avrebbe dovuto colpire Arezzo a fine gennaio 2010. La previsione è stata attribuita a Giampaolo Giuliani, il ricercatore che tramite lo studio del gas radon avrebbe intuito il terremoto dell'Aquila. Ma lo stesso ricercatore ha ripetutamente smentito la previsione.

- La psicosi si ripete a Napoli. Una forte scossa di terremoto sarebbe stata prevista per la mattina del 12 marzo 2010. Molti non hanno mandato i figli a a scuola. Allarme su Facebook e altri forum in rete. A scatenare il tam-tam sarebbe stato un video su Youtube attributo a Giampaolo Giuliani. Ma lo stesso Giuliani non ne sapeva nulla. L'Osservatorio Vesuviano, subissato di telefonate, è stato costretto a pubblicare sul proprio sito internet una smentita.

9 maggio 2011
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