L'alluvione che ha colpito le Marche il 15 settembre 2022, provocando morte e distruzione, è stata il risultato di condizioni meteorologiche estremamente sfavorevoli, che a loro volta si sono prodotte per il verificarsi simultaneo di una serie di circostanze. Molti mezzi di comunicazione hanno parlato di una "bomba d'acqua", innescata da un "temporale autorigenerante" e da un "fiume atmosferico". In molti di noi queste espressioni hanno suscitato più di un dubbio: abbiamo provato a rispondere almeno a quelli più diffusi, sfatando anche qualche mito.
Che cos'è un "temporale autorigenerante"? È un temporale che man mano che si "scarica", si autoalimenta grazie al contributo dell'umidità prodotta dal mare. Quando fa caldo, aumenta la quantità di vapore in atmosfera e dunque la quantità di acqua che può trasformarsi in pioggia. Se nelle vicinanze c'è un mare non troppo profondo (con acqua, dunque, a temperatura abbastanza elevata), tutto si amplifica: la quantità di vapore che si "trasforma in nube" diventa enorme e dunque le piogge assumono un carattere di nubifragio. In più, nel caso dell'evento di Ancona, le correnti hanno fatto sì che il temporale non si disperdesse, ma rimanesse bloccato sulla zona per ore. Ecco perché la quantità di pioggia caduta ha raggiunto livelli che si accumulano normalmente nell'arco di mesi.
Si parla anche di "v-shaped". Ma cos'è che ha la forma di una V? Nei temporali di questo tipo, vedendo le immagini satellitari, le estremità delle nubi mostrano una "forma a V" (V-shaped, appunto). L'umidità viene prima sollevata da una corrente ascensionale, poi quando è ormai molto fredda si espande a ventaglio, come accade al fumo di un camino.
Che c'entra il "fiume atmosferico"? A giocare un ruolo nell'alluvione che ha colpito le Marche sarebbe stato anche un cosiddetto Atmosferic River, un fiume atmosferico. Non si tratta di un vero fiume, ovviamente, ma di una corrente che ha portato aria calda e umidità dalle zone sub-tropicali fino alle nostre latitudini. Il tutto è stato amplificato dalla particolare conformazione del territorio, che ha contribuito a trattenere l'umidità in arrivo, agendo in un certo senso come il flusso di un combustibile che investe un incendio.
Ma si è trattato di una "bomba d'acqua" o di un nubifragio? Forse questo non è un punto essenziale. "Bomba d'acqua" è un modo "moderno" per definire quello che in realtà è un fenomeno "antico", che risulta sempre più frequente a causa del riscaldamento globale: un rovescio di pioggia abbondantissimo, dannoso e imprevedibile.
"Bomba d'acqua" è dunque più un'espressione giornalistica coniata dai mass media italiani negli anni scorsi, probabilmente con l'intenzione di tradurre l'espressione inglese cloudburst (letteralmente "esplosione di nuvola"), ma alla fine non è nient'altro che un violento nubifragio in cui la quantità di pioggia caduta supera i 30 millimetri all'ora (o 50, secondo altri esperti di meteo e di clima).