Uno studio realizzato dall'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) evidenzia l'esistenza di un limite di pressione del magma durante l'ascesa verso la crosta, raggiunto il quale un vulcano, ritenuto dormiente, può risvegliarsi ed evolvere verso una condizione di criticità o di pericolo.
Lo studio, pubblicato su Nature, aveva come obiettivo quello di analizzare i processi che avvengono all'interno di vulcani quiescenti, per capire che cosa può riportarli in una condizione di possibile attività eruttiva. Lo studio si è concentrato sulla caldera dei Campi Flegrei.
Spiega Giovanni Chiodini, dirigente di ricerca dell'INGV e tra i responsabili della ricerca: «Una delle cause che possono portare al risveglio di un vulcano quiescente è la risalita di magma dal profondo della crosta verso la superficie. Risalendo, il materiale perde pressione e questo porta al rilascio dei gas incorporati al suo interno. Abbiamo scoperto che esiste un valore preciso di pressione attorno al quale ogni tipo di magma incrementa notevolmente la quantità di gas e liquidi rilasciati».
Le conseguenze sono importanti. I liquidi, in particolare l'acqua rilasciata allo stato di vapore ad alta temperatura, vengono iniettati nelle rocce al di sopra della camera magmatica. Questo fa sì che le rocce tra il magma e la superficie si indeboliscano perdendo resistenza meccanica.
Si vengono così a creare due situazioni estremamente importanti: da un lato, la perdita di liquidi e gas rende il magma più viscoso (e, all’atto dell’eruzione, più pericoloso), dall'altro, l'iniezione di vapori nelle rocce le rende meno resistenti alla pressione del magma.
Continua Chiodini: «Il possibile avvicinarsi del magma flegreo alle condizioni di pressione critica potrebbe spiegare le recenti deformazioni del suolo attorno ai Campi Flegrei, così come l'aumento del numero di terremoti e la crescita delle specie gassose più sensibili a incrementi di temperatura rilevate nelle fumarole della solfatara di Pozzuoli».
Dal 2005 i Campi Flegrei sono infatti in sollevamento, fatto che ha portato nel 2012 a decretare una variazione dello stato di attività da “verde” (che sta a significare quiete), a “giallo”, che significa attenzione scientifica.
Tutto questo, secondo il ricercatore, richiede un'attenta analisi e continue interpretazioni delle future variazioni dei segnali chimici e fisici attorno al vulcano e sarebbe auspicabile una ulteriore intensificazione dell'attività di ricerca. Al momento non ci sarebbero indizi di un eruzione imminente, ma va anche sottolineato che nel passato le eruzioni dei Campi Flegrei sono state particolarmente violente e hanno sempre interessato grandi aree.