È stato uno sporco lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo. Gli scienziati della Florida Atlantic University (Usa) hanno passato ore in un bagno pubblico per scoprire una cosa che forse non vorremmo sapere, ma che è bene conoscere: quante goccioline finiscono nell'aria azionando lo sciacquone dei wc nei bagni pubblici, e quanto tempo restano sospese lì attorno. È importante saperlo, sostengono i ricercatori, perché quell'aerosol di microgocce può contenere i microbi espulsi con le produzioni corporali (anche se il rischio è solo potenziale: non ci sono casi chiaramente dimostrati di infezioni avvenute attraverso questa via).
I ricercatori si sono trasferiti in una toilette muniti di un contatore di particelle che è stato sistemato vicino al water e agli orinatoi. Piazzato a diverse altezze, l'apparecchio ha pertanto rilevato il numero e la dimensione delle goccioline prodotte mentre gli scienziati azionavano lo sciacquone (5 volte, per 5 secondi, in 300 secondi di rilevazione). Risulutato: a ogni sciacquo, si generavano migliaia di gocce più piccole di 3 micrometri (millesimi di mm), che possono stare a lungo sospese in aria. Per la precisione, le microgocce sono state rilevate per 20 secondi dall'inizio dello sciacquo, fino a un'altezza di 1,5 metri.
I ricercatori hanno quindi rilevato che abbassare il coperchio del water ne riduceva il numero, ma che un passaggio c'era comunque. «Dopo tre ore di test e più di 100 sciacquoni, abbiamo trovato un aumento sostanziale nel livello di aerosol nell'ambiente», ha detto Siddhartha Verma, del team. La buona notizia, hanno concluso gli studiosi, è che per ovviare a potenziali rischi di contrarre infezioni, potrebbe bastare cambiare il flusso dell'aria nella toilette.