La scala termometrica Celsius ha come punti di riferimento la solidificazione (0 °C) e l’ebollizione (100 °C) dell’acqua, la scala Kelvin parte dallo zero assoluto (0 °K = -273,16 °C), e le sue unità, cioè i suoi gradi, sono uguali a quelli Celsius. La Fahrenheit si basa invece sulle misure proposte nel 1714 da Gabriel Daniel Fahrenheit: il fisico tedesco progettò un termometro a tubo chiuso in grado di utilizzare l’espansione e la contrazione del mercurio come indicatori della temperatura. Per effettuare una lettura quantitativa della temperatura, Fahrenheit segnò sullo strumento di vetro una scala graduata. Secondo la tradizione, avrebbe posto lo zero F (cioè -17,8 °C) in prossimità della temperatura più bassa da lui sperimentata nel suo laboratorio e il 100 °F a un valore vicino a quello della temperatura corporea (37,8 °C). Questo fa sì che nella scala Fahrenheit il punto di congelamento dell’acqua (0 °C) valga 32 °F e che il punto di ebollizione dell’acqua (100 °C) corrisponda a 212 °F. Questa scala ebbe successo forse anche perché l’intervallo delle temperature in cui l’acqua è liquida (tra 32 e 212 °F), risulta pari a 180, cioè un numero divisibile per 60 come le ore e i gradi goniometrici. La scala Celsius è oggi la più affermata, ma la Fahrenheit è ancora molto diffusa negli Usa.