Stephen Hawking, uno dei più importanti astrofisici del mondo, è stato direttore di ricerca del Dipartimento di matematica applicata e fisica teorica dell'università di Cambridge e fondatore del Centro di cosmologia teorica. Era famoso, soprattutto, per le sue ricerche sui buchi neri, per i suoi libri di divulgazione scientifica e per i suoi interventi nel dibattito scientifico e culturale.
Nel 1963, quando gli fu diagnosticata la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), Hawking aveva 21 anni e i medici pensavano che sarebbe sopravvissuto solo un paio di anni. Dopo una prima comprensibile fase di depressione, Hawking recupera il desiderio di studiare. O meglio, la smania. È un momento di svolta, per quanto tragico.
Come scrive Amedeo Balbi "Il suo lavoro di dottorato sulle singolarità dello spazio-tempo getta le basi per una serie di studi pionieristici sui buchi neri e sull'origine dell'universo. All'inizio degli anni '70, nonostante il progredire della malattia, Hawking è ormai diventato uno studioso di primissimo livello: nel 1973 scrive con George Ellis un libro fondamentale sulla geometria dello spazio-tempo, e l'anno successivo pubblica il risultato a cui è legata gran parte della sua fama scientifica, quello sul meccanismo di evaporazione dei buchi neri".
Il riconoscimento dei massimi livelli degli studi di Hawking arriva nel 1979, quando l'università di Cambridge gli offre la cattedra lucasiana di matematica, incarico ricoperto in precedenza anche da Isaac Newton e da Paul Dirac. Non riceverà mai il Nobel per la fisica, ma c'è un motivo: le sue teorie, per quanto molto eleganti da un punto di vista matematico, non sono state ancora confermate.
Un secondo punto di svolta arriva nel 1988, quando Hawking pubblica A Brief History of Time (in italiano Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo), uno dei libri divulgativi di maggior successo di tutti i tempi. "Milioni di persone lo comprano, chissà quante lo leggono davvero (e chissà tra loro, quante ci capiscono qualcosa)" scrive Balbi.
Ecco le frasi più significative che Stephen Hawking ha detto, tratte da interviste, saggi o programmi televisivi.
1. A scuola. «A scuola ero nella media. Era una classe brillante. I miei compiti in classe erano molto disordinati, e la mia scrittura era la disperazione dei miei insegnanti. Ma i miei compagni mi hanno dato il soprannome di Einstein, forse perché avevano visto in me qualcosa di buono. Quando avevo dodici anni, uno dei miei amici ha scommesso con un altro un sacchetto di caramelle che non avrei mai fatto nulla di buono.
Non so se questa scommessa è mai andata a buon fine, e se sì, in che modo è stata risolta».
Dal libro "Breve storia della mia vita" (2010).
2. Gli alieni. «Se gli alieni venissero a trovarci, il risultato sarebbe simile a quando Colombo sbarcò in America, quando le cose non andarono molto bene per i nativi americani. Dobbiamo solo guardare in noi stessi per vedere come una vita intelligente potrebbe svilupparsi in qualcosa che sarebbe meglio non incontrare».
Dal programma Tv "Into the Universe with Stephen Hawking" (2010).
3. Il momento della scoperta scientifica. «Non dico che è come il sesso, ma dura più a lungo».
Da una lezione presso l'Arizona State University (aprile 2011).
4. Viaggio nel tempo. «Vorrei tornare al 1967, alla nascita del mio primo figlio, Robert. I miei tre figli mi hanno dato grande gioia».
Dal New York Times (maggio 2011).
5. Il libero arbitrio. «Ho notato che le persone che affermano che tutto è predeterminato e che non possiamo fare nulla per cambiarlo, guardano prima di attraversare la strada».
Da Buchi neri e universi neonati e altri saggi (1993).
6. Scienza e religione. «C'è una differenza fondamentale tra la religione, che si basa sull'autorità, e la scienza che si basa sull'osservazione e la ragione. La scienza vincerà, perché funziona».
Per Diane Sawyer / ABC News (giugno 2010).
7. Imperfezione. «La prossima volta che qualcuno si lamenta di aver fatto un errore, digli che può essere una buona cosa. Perché senza imperfezione, né tu né io esisteremmo».
Dal programma Tv Into the Universe with Stephen Hawking (2010).
8. Il suo QI. «Non ho idea del mio quoziente intellettivo. Le persone che si vantano del loro quoziente intellettivo sono dei perdenti».
Per il New York Times (dicembre 2004).
9. Le donne. «Si tratta di un totale mistero».
Per New Scientist (gennaio 2012).
10. Ai suoi figli. «Primo: ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi. Secondo: non rinunciate al lavoro. Il lavoro vi dà uno scopo, e senza di esso la vita è vuota. Terzo: se avrete la fortuna di trovare l'amore, ricordate che esiste e non buttatelo via».
Per Diane Sawyer / ABC News (giugno 2010).