I robot su Marte secondo la Nasa dovevano durare 3 mesi, invece resistono dal gennaio 2004.
Storia e futuro di un’esplorazione eccezionale. [9 gennaio 2009]
Non ci sono molte macchine in grado di durare 20 volte più del tempo per cui sono state progettate; non ci sono neppure molti scienziati così fortunati da poter proseguire le proprie ricerche per un tempo 20 volte superiore al previsto; e non ci sono neanche esploratori così capaci da esplorare terre sconosciute 20 volte più di quanto avevano previsto alla partenza.Ma non ci sono neppure molti robot come Spirit e Oppurtunity, le due sonde della Nasa atterrate 5 anni fa su Marte. E che continuano a muoversi e a trasmettere dati, nonostante la loro “vita utile” fosse soltanto di 3 mesi. Nel frattempo hanno resistito a inverni paralizzanti, tempeste di sabbia accecanti, lunghe notti fredde e senza sole. Hanno inviato 250 milioni di immagini e 36 Gigabytes di dati, svelando molte più informazioni sulla storia marziana e sulla morfologia del pianeta rosso di ogni altra sonda finora inviata nello spazio.
Alla ricerca della vita
Le due dune buggy in miniatura sono partite dalla Terra nell’estate 2003 con due razzi diversi e sono atterrate all’inizio del 2004: Spirit è rimbalzata con i suoi soffici airbag nei pressi del cratere di Gusev il 4 gennaio; Opportunity è arrivata poco dopo, il 25, dall’altra parte del pianeta.
I punti di atterraggio furono scelti appositamente. L’acqua - sotto forma di ghiaccio - è presente ai poli di Marte. Per il resto, un deserto rosso. Ma in passato il pianeta poteva essere ricco di acqua, come sembra testimoniare la conformazione del suolo segnata da canyon e da quelli che sembrano essere stati una volta dei fiumi. Per cercare segni di vita passata è meglio seguire l’acqua – o al massimo i luoghi dove si trovava. Ed è quanto hanno fatto le due sonde. Senza trovare concrete evidenze della presenza di vita. Ma senza neppure escluderla.
Opportunity ha trovato rocce ricche di emanite, un minerale che si forma soltanto in ambienti ricchi d’acqua. Per puro caso, nel 2007, Spirit ha rivelato la presenza di altri indicatori di acqua: la ruota anteriore destra è bloccata e il robottino si sposta soltanto in retromarcia. Ma in questo modo, trascinando la ruota bloccata, ha scavato in profondità mostrando l’origine vulcanica del suolo e le tracce dell’antica presenza di geyser, getti d’acqua molto calda.
Come stanno oggi?
Dopo 5 anni di straordinari, Opportunity ha soltanto un gomito paralizzato nel braccio porta-strumenti e uno di questi poco funzionante perché impolverato. Dal centro di controllo in California stanno provocando delle vibrazioni per scuoterlo e liberarlo. Invece Spirit, purtroppo, oltre alla ruota bloccata ha un molta polvere sui pannelli solari che arriva a filtrare il 70 dell’energia ricevuta. Quindi si riesce a muoverlo soltanto per pochi minuti al giorno. Sperando che una folata di vento della primavera incipiente liberi i pannelli dalla polvere, restituendole l’antico vigore per spedirla verso la collinetta «von Braun» distante appena qualche centinaio di metri.
Opportunity, favorito anche dalla posizione più vicina all’equatore in condizioni climatiche migliori, si mostra in così buono stato da aver sbrigliato la fantasia dei suoi controllori. Oggi è in rotta verso l’Endeavour Crater, un cratere distante addirittura 17 chilometri. Forse è un azzardo perché occorreranno un paio d’anni per raggiungerlo. Ma dopo quanto realizzato inaspettatamente in 5 anni chi potrebbe mai dire che non ce la farà?