Scienze

Sotto analisi le mummie di 7000 anni fa

Una popolazione del sud America mummificava i loro defunti già a partire da 7.400 anni fa. Per la prima volta quelle mummia sono ora studiate tramite TAC e analisi del DNA. Non mancano le sorprese

Settemila anni dopo essere state imbalsamate dal popolo Chinchorro, un’antica civiltà vissuta a cavallo tra il Cile e il Perù, 15 mummie, per lo più bambini e feti, sono state portate nella clinica Los Condes di Santiago per essere sottoposte ad analisi del DNA e a scansioni di tomografica computerizzata (TAC).

Ricostruzioni virtuali. Con le nuove analisi in atto i ricercatori sperano di ricostruire molti aspetti ancora sconosciuti della loro esistenza attraverso la decodificazione dei loro geni.

I Chinchorro sono una popolazione vissuta tra 10.000 e 3.400 anni a.C. sulle coste del Sud America, ai margini del deserto di Atacama. Vivevano soprattutto di pesca e furono tra i primi al mondo a mummificare i loro morti, tant’è che alcune mummie risalgono addirittura a 7.400 anni fa, più o meno 2.000 anni prima di quelle egizie.

«Abbiamo raccolto migliaia di immagini che ci permettono di ricostruire le loro caratteristiche con una precisione di meno di un millimetro», ha spiegato il capo radiologo Marcelo Galvez. «La fase successiva sarà quella di cercare di sviscerare questi corpi in modo virtuale, senza toccarli, e questo ci aiuterà a conservarli per altri migliaia e migliaia di anni».

Il metodo di mummificazione degli egizi era diverso da quello dei Chinchorro

Tutto in famiglia. Questa ricerca permetterà di scoprire qualcosa in più su come i Chinchorro mummificavano i loro morti. A quanto pare conoscevano bene l'anatomia umana, tanto da essere in grado di rimuovere con attenzione la pelle ed i muscoli del defunto. Attraverso l’utilizzo di legno e argilla poi, davano sostegno allo scheletro così da renderlo solido e poter resistere per millenni; quindi riponevano la pelle e i muscoli originali attorno allo scheletro, infine aggiungevano la bocca, gli occhi e i capelli. Una maschera poi, veniva posta sulla faccia. Il risultato era una via di mezzo tra una statua e una persona reale anche dopo migliaia di anni.

Tra i Chinchorro la mummificazione era una pratica familiare, ossia ogni famiglia provvedeva a mummificare i propri cari e ognuna elaborava una propria mummificazione.

Al termine della mummificazione le facce delle persone venivano ricoperte da una maschera © Museo Nazionale di Storia Naturale di Santiago

Sorpresa. Tra i primi risultati ottenuti dalle analisi appena eseguite c’è un elemento curioso: la mummia più piccola analizzata in realtà è risultata non essere una vera e propria mummia, in quanto all’interno non vi era la struttura ossea come ci si aspettava, bensì una statuetta. Probabilmente i mummificatori non riuscirono a preservare lo scheletro perché la persona era troppo piccola, forse si trattava addirittura di un feto.

28 dicembre 2016 Luigi Bignami
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