Nelle sfide all'ultimo centesimo di secondo non basta che il ghiaccio sia in perfette condizioni, e le lame dei pattini affilate come coltelli. Per i pattinatori in velocità, il principale nemico da battere è uno: la resistenza dell'aria. E a Sochi, la cui altitudine è vicina al livello del mare, la resistenza dell'aria è tale che - secondo gli esperti - difficilmente assisteremo a un fiorire di record del mondo in questa disciplina.
Prestazioni controcorrente
Per la maggior parte degli atleti, gareggiare ad alta quota richiede uno sforzo maggiore. Per faticare i muscoli hanno bisogno di ossigeno, e ad alta quota se ne respira meno: il lavoro muscolare diventa così più faticoso.
Ma per i pattinatori di velocità la maggiore fatica muscolare è compensata da un minore attrito dell'aria. A parità di performance, uno di questi atleti può completare i 500 m mezzo secondo prima a Calgary (una località olimpica canadese, a 1084 m sul livello del mare) che a Sochi (30 m sul livello del mare).
«Può sembrare un po' controintuitivo, perché siamo portati a pensare che l'altitudine rallenti le prestazioni, ma per i pattinatori funziona diversamente» spiega Robert Chapman, fisiologo dell'Università dell'Indiana (USA) che studia le performance degli atleti.
Un delicato gioco di equilibri
La vicinanza del mare rende l'aria di Sochi più densa e appiccicosa rispetto a quella che solitamente si respira in alta montagna e ostacola il passaggio degli oggetti in rapido movimento - come il corpo di un pattinatore impegnato in uno scatto. Secondo gli esperti tutti i memorabili record del mondo del pattinaggio di velocità maschile e femminile, dai 500 ai 10 mila metri, sono stati raggiunti in località situate a più di 1036 chilometri sul livello del mare (la maggioranza a Salt Lake City, nello Utah, 1424 metri di altitudine).
Il record olimpico di Sochi è stato conquistato, quest'anno, dal pattinatore olandese Sven Kramer: 6 minuti, 10 secondi e 76 centesimi sui 5 mila metri; una buona prestazione, ma di 7,4 secondi più lenta rispetto alla stessa gara compiuta a Calgary nel 2007.
Ai pattinatori non rimane, quindi, che trovare il punto in cui la scarsità di ossigeno è tale da causare un minore attrito, ma non abbastanza da mettere gli atleti ko: una zona ideale per gareggiare che si situerebbe, secondo gli esperti, tra i 1525 e i 2130 metri d'altezza circa.
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