Scienze

Si sta formando un'eruzione da cataclisma

Sismologi della University of Utah, hanno scoperto, analizzando le onde sismiche che dalla superficie terrestre arrivano fino al nucleo terrestre e ritornano...

Sismologi della University of Utah, hanno scoperto, analizzando le onde sismiche che dalla superficie terrestre arrivano fino al nucleo terrestre e ritornano in superficie, le possibili radici di una nuova eruzione che potrebbe generare un vero e proprio cataclisma per l’intero pianeta. Ma diciamolo subito: non c’è d’aver paura. Se avverrà, accadrà tra 200 milioni di anni. “Ciò che abbiamo scoperto è la partenza di un gigantesco evento eruttivo che –se avverrà- potrebbe causare la distruzione di gran parte della superficie terrestre e avere conseguenze nefaste sulla vita del pianeta”, ha detto Michael Thorne, il responsabile della ricerca. “Ma il disastro non è imminente. Quello che abbiamo osservato là sotto richiedere tempi che vanno da 100 a 200 milioni di anni per poter raggiungere la superficie del pianeta”, ha proseguito. Secondo il ricercatore, che ha pubblicato la sua scoperta su Earth and Planetary Science Letters, due “pile” di rocce grandi come due continenti si stanno scontrando proprio sopra il nucleo terrestre a 2.880 km di profondità sotto l’Oceano Pacifico. Ciò sta creando un corpo magmatico grande come poco più della metà della superficie dell’Italia che potrebbe essere la radice di due generi di eruzioni particolarmente importanti nel lontano futuro. Potrebbe esserci una grande estinzione

La cartina mostra in rosso i due "continenti di rocce" che si trovano in prossimità del nucleo terrestre. Lo scontro causa una parziale fusione di essi (in rosso vivo) che nell'arco di decine di milioni di anni salirà in superficie
Da un lato potrebbe dare vita ad un super-vulcano come quello che negli ultimi due milioni di anni ha originato la caldera di Yellowstone, nel Wyoming, la quale, quando eruttò, ricoprì il Nord America di ceneri. Dall’altro potrebbe dare vita a delle gigantesche eruzioni di basalti come quelli che tra 17 e 15 milioni di anni fa hanno ricoperto il nordovest della Columbia (Usa) o come quelli che eruttarono 65 milioni di anni or sono in India che hanno ricoperto una regione grande come 5 volte l’Italia o altre eruzioni di tal genere. “Queste grandi eruzioni sono spesso legate ad importanti estinzioni”, ha sottolineato Thorne. Dagli inizi degli Anni Novanta i geologi sono a conoscenza di due grandi “corpi rocciosi” estremamente caldi che giacciono sopra il nucleo: uno si trova sotto l’Oceano Pacifico, l’altro sotto l’Africa. Ora Thorne, studiando con grande dettaglio quello che vi è sotto il Pacifico ha potuto osservare che in realtà là sotto vi è lo scontro di due grandi corpi magmatici e da tale scontro si sta formano una enorme quantità di magma.

Fatta una simulazione al computer, il ricercatore ha potuto capire che questo corpo magmatico salirà vero la superficie in tempi di decine di milioni di anni. Un gran numero di dati e potenti computer Per realizzare questa ricerca Thorne e la sua equipe hanno utilizzato il più grande numero di dati mai usati. In particolare ha esaminato 4.221 sismogrammi presi da centinaia di sismografi che hanno rilevato 51 terremoti che si sono verificati a profondità superiori a 100 km di profondità. Per ottenere il modello a cui è arrivato, Thorne ha fatto lavorare l’High Performance Computing della propria università per 200 giorni al fine di definire le modalità di scontro dei due corpi rocciosi che vi sono sotto il Pacifico e quali possono essere le conseguenze di ciò.

8 febbraio 2013 Luigi Bignami
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