Nei giacimenti esauriti non si può rimettere petrolio. La sua viscosità, infatti, lo “intrappolerebbe” nei microalveoli delle rocce porose e permeabili nelle quali si trovano gli idrocarburi. Questa viscosità fa sì che i giacimenti definiti “esauriti” in realtà contengano ancora molto petrolio, che però risulta difficile, e quindi costoso, estrarre. Il recupero del petrolio residuo dipende dai prezzi di mercato. In generale, oggi si estrae un terzo del petrolio di un giacimento, ma il progresso tecnico fa crescere continuamente questa quota e in futuro si riprenderà certamente lo sfruttamento di giacimenti ora chiusi. Diverso è il discorso per il metano, per il quale i giacimenti vuoti sono frequentemente usati come serbatoio di immagazzinamento, anche in Italia. Infatti, il metano è un gas, è molto meno viscoso del petrolio e perciò si “muove” più facilmente nei microalveoli: una volta reimmesso nei giacimenti, si può recuperare agevolmente, fino al 90 per cento.