Dopo quello di diversi altri ortaggi è stato sequenziato anche il genoma della carota, uno dei vegetali più diffusi e consumati al mondo.
Con lo studio, pubblicato su Nature Genetics da un gruppo internazionale di ricercatori, tra cui una biologa del Cnr di Bari, ora si sa di più sulla sua storia evolutiva, sul perché del suo colore e sull’origine dei suoi celebrati principi nutritivi.
Ritratto di famiglia. La carota (Daucus carota) è l’ortaggio più importante della famiglia delle Apiaceae, che include numerosi altri vegetali tra erbe, spezie e piante medicinali, dal sedano alla pastinaca, dal prezzemolo al coriandolo. Le Apiaceae appartengono a loro volta al gruppo di piante che include varietà importanti per l’agricoltura, come la lattuga e il girasole, di cui però finora solo due genomi sono stati analizzati in dettaglio, il carciofo e la saeppola canadese, una pianta infestante con alcune proprietà medicinali.
Non sempre arancione. Il primo colore documentato per le carote coltivate, 1100 anni fa in Asia Centrale, nell'attuale Afghanistan, era giallo e viola. All’inizio le piante venivano cresciute per le proprietà aromatiche di foglie e semi, anziché per le radici (la parte edibile, oggi più nota). Le carote moderne di colore arancione sono comparse in Europa nel sedicesimo secolo, probabilmente in Olanda. Una fortuna che sia stato questo colore ad avere la meglio, perché l’ortaggio arancione è il più ricco di alfa e beta-carotene, precursori della vitamina A, essenziali per il molti processi biologici, dalla vista alla pelle.
Le carote rosse e gialle contengono anche licopene e luteina, altri carotenoidi importanti. Gli incroci e la selezione hanno portato a ortaggi sempre più ricchi di queste sostanze, con un incremento di circa il 50 per cento rispetto a quaranta anni fa.
Antiche parentele. L’analisi filogenetica comparativa con i genomi di altre piante mostra che la carota si è differenziata dalla vite circa 113 milioni di anni fa, dal kiwi 101 milioni di anni fa, e dalla patata e dal pomodoro 90,5 milioni di anni fa: la stessa pianta di oggi popolava il mondo dei dinosauri.
Geni salutari. Dei 32.113 geni identificati, 10.530 appartengono in modo esclusivo alla carota: circa 3mila quelli che svolgono funzioni regolatorie essenziali per lo sviluppo dell’ortaggio, un numero molto simile a quello del pomodoro e del riso. I ricercatori hanno anche identificato un gene che sarebbe responsabile dell’accumulo di carotenoidi nelle radici, il motivo che le rende una fonte importante di queste sostanze. Si tratterebbe di una mutazione del gene che regola la risposta alla luce della pianta.
Secondo i ricercatori, le informazioni acquisite con il sequenziamento completo del genoma saranno di aiuto per selezionare varietà sempre più resistenti allo stress e sempre più ricche di principi nutritivi importanti per la salute.