Secondo una ricerca pubblicata negli Scientific Reports di Nature, alcuni ricercatori giapponesi hanno individuato un'area dove sembra esistere una quantità di “terre rare” che potrebbe rispondere alla domanda globale del pianeta per tempi lunghissimi. Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici, il cui termine deriva dai minerali dai quali vennero estratti per la prima volta e che allora erano non comuni.
Oggi sappiamo, invece, che tali elementi sono abbastanza comuni nella crosta terrestre, anche se al momento sono stati localizzati solo in piccole aree del pianeta. Questi minerali sono particolarmente richiesti perché risultano fondamentali per la costruzione di superconduttori, magneti, veicoli ibridi, fibre ottiche e componenti high-tech, come cellulari e computer.
terre rare: dove sono. Secondo il rapporto il giacimento, che si trova su fondali marini in acque giapponesi, contiene oltre 16 milioni di tonnellate di terre rare, una quantità davvero enorme rispetto la richiesta presente e quella che potrebbe essere la richiesta del prossimo futuro. Spiega Yutaro Takaya, ricercatore presso la Waseda University di Tokyo:«Al momento abbiamo sondato solo una piccola area del deposito e abbiamo scoperto che in essa vi sono circa 1,2 milioni di tonnellate di terre rare.
Questo ci ha portato a ipotizzare che nella regione che ha caratteristiche simili a quella studiata, che si sviluppa per circa 2.500 chilometri quadrati a sud del Giappone, ci deve essere una quantità almeno 13 volte superiore”. Per avere un'idea, 2.500 chilometri quadrati è (anche) la misura della superficie di tutta la provincia di Treviso...
Quel che rende ancor più interessante la scoperta è il fatto che recentemente i giapponesi hanno messo a punto un sistema molto efficace per separare gli elementi chimici utili dal resto del fango marino, abbassando così di molto il costo della loro estrazione.
Oggi il maggior fornitore è la Cina. Fino a oggi il mondo faceva affidamento sulla Cina per ottenere le terre rare, perché è il Paese che ha le maggiori riserve di terre rare e a volte, in casi di tensioni politiche, Pechino ne ha approfittato, alzando o abbassando i prezzi a proprio piacimento. Proprio il Giappone, per esempio, si vide decurtare le esportazioni di tali elementi quando arrestò il comandante di un peschereccio cinese coinvolto in un conflitto con le guardie costiere giapponesi vicino alle controverse isole Senkaku. Presto potrebbe non esseree più così.