“Sapevamo che era grande, ma non sapevamo quanto” dice Donald Lowe, un geologo presso la Stanford University. Ma ora dopo anni di ricerche un’idea molto più chiara se l’è fatta. Lowe fa riferimento ad un gigantesco asteroide che doveva essere almeno da 3 a 5 volte più grande dell’oggetto caduto sulla Terra 65 milioni di anni fa e che aiutò a spazzar via i dinosauri dal nostro pianeta. L’oggetto in questione lasciò un cratere di quasi 500 chilometri di diametro: la distanza che c’è tra Roma e Milano e quasi due volte e mezzo il diametro dell’asteroide che uccise i dinosauri. Le onde sismiche furono le più violente mai registrate sulla Terra in tempi storici e lo tsunami che ne seguì fu decine di volte più violento rispetto a quello del sisma giapponese nella memoria di tutti noi.
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Anche se gli scienziati avevano già ipotizzato la possibilità dell’esistenza di enormi impatti molto antichi, lo studio di Lowe ne mette in luce uno certo che si verificò 3,26 miliardi anni fa. Esso colpì un’area del Sud Africa oggi nota come Cintura Barberton Greenstone. Stando alle simulazioni fatte l’asteroide doveva avere un diametro compreso tra i 37 e i 58 km e avrebbe colpito il pianeta a 20 chilometri al secondo. L’impatto potrebbe aver creato un terremoto di Magnitudo 10,8 le cui onde sismiche avrebbero innescato altri grandi terremoti.
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Un asteroide spaventoso
Nell’immagine qui a fianco (clicca per ingrandirla) vi è una rappresentazione grafica delle dimensioni dell’asteroide che potrebbe aver eliminato i dinosauri, e il cratere che creò, a fianco l’asteroide che colpì la Terra 3.260 milioni anni fa e le dimensioni del cratere che potrebbe aver generato.
Ovviamente l’impatto creò un ambiente decisamente ostile per la vita: il cielo sarebbe diventò rosso caldo, l’atmosfera venne riempita di polvere e gli oceani si misero letteralmente a bollire, ha detto il ricercatore.
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In ogni caso questo asteroide è solo uno delle decine di enormi asteroidi che gli scienziati pensano abbiano colpito la Terra tra 3.000 a 4.000 milioni di anni fa.
La maggior parte dei siti interessati però sono stati cancellati dagli eventi geologici successivi e solo fortunosamente si è preservato quello sudafricano.
La Cintura Barberton Greenstone è un’area 100 chilometri di lunghezza e 60 chilometri di larghezza che si trova ad est di Johannesburg, vicino al confine con lo Swaziland. “Essa contiene alcune delle rocce più antiche del pianeta dove vi sono formazioni rocciose e fratture crostali coerenti con il possibile impatto”, ha detto Frank Kyte, un geologo presso la UCLA, che non è stato coinvolto nello studio.
Ricostruire lo scontro tra l’asteroide e la Terra potrebbe aiutare gli scienziati a capire meglio le condizioni geologiche iniziali del nostro pianeta e come i cambiamenti ambientali innescati dall’impatto possono aver spazzato via molti organismi microscopici che vivevano allora, permettendo ad altri di evolversi.
“Stiamo cercando di capire le forze che hanno plasmato il nostro pianeta nelle primissime fase della sua evoluzione e le ricadute sugli ambienti in cui la vita si è evoluta”, ha detto Lowe.
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