Scienze

Scoperti fossili di batteri di 2,5 miliardi di anni fa

Vivevano in un mondo senza ossigeno, molto diverso da quello dei nostri giorni, e si nutrivano di composti dello zolfo emessi da eruzioni vulcaniche sottomarine.

La Terra non è sempre stata così come la vediamo oggi: fino a 2-2,5 miliardi di anni fa, più o meno la prima metà della sua vita, era più simile a quello che oggi definiremmo un mondo alieno e ostile alla vita così come la conosciamo. L'ossigeno in atmosfera, per fare un esempio, non superava l’1 per cento di quello presente ai nostri giorni.

Tutti sono d'accordo sul fatto che quella prima metà della vita del nostro pianeta fu molto importante per la nascita, lo sviluppo e l'evoluzione dei primi batteri, in un ambiente, appunto, per noi alieno. Ma le prove e i ritrovamenti di quelle forme di vita antichissime sono molto scarse.

Prima della catastrofe dell'ossigeno. Adesso però una ricerca condotta da geologi della University of Cincinnati (Ohio, Usa) presenta le prove dell’esistenza di batteri anaerobici (che non richiedono ossigeno) databili a 2,5 miliardi di anni fa, rinvenuti all'interno di silicati in due siti nella Northern Cape Province (Sudafrica).

«Quei batteri», spiega su Geology Andrew Czaja, uno dei ricercatori, «vivevano in un ambiente molto ricco di zolfo, dove la quantità di ossigeno era praticamente vicina allo zero. La scoperta dimostra che prima dell'evento noto come Great Oxidation Event, quando iniziò ad aumentare l’ossigeno in atmosfera, doveva esistere una notevole comunità di organismi di cui ora, finalmente, abbiamo l'evidenza.»

Il Great Oxidation Event (catastrofe dell'ossigeno) è databile a 2,4-2,5 miliardi di anni fa: l'accumulo di ossigeno in atmosfera portò alla grande estinzione di massa delle forme di vita anaerobica

Czaja descrive quegli antichi batteri come organismi eccezionalmente grandi, di forma sferica con "pareti" lisce, molto "più corposi" dei batteri dei nostri giorni: simili agli attuali organismi unicellulari che vivono nelle acque solforate profonde dei nostri oceani, dove non c'è traccia di ossigeno.

Mangiatori di zolfo. Secondo il ricercatore anche quei batteri vissero in acque profonde, nel periodo geologico detto Neoarcheano, tra 2,5 e 2,8 miliardi di anni fa, «2 miliardi di anni prima delle piante», commenta Czaja, che ritiene che i batteri si nutrissero di sostanze composte da idrogeno e zolfo da eruzioni vulcaniche sottomarine ed emettevano solfati.

Stando ai pochi elementi geologici disponibili di quel tempo lontano, si ipotizza che il Sudafrica e l'Australia occidentale fossero parte di un unico super continente, Vaalbara: gli scienziati spiegano in questo modo la presenza di analoghe formazioni minerali anche in Australia.

2 dicembre 2016 Luigi Bignami
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