Dopo oltre 10 mesi di intenso lavoro l'Underwater Exploration Group del Great Maya Aquifer Research Project (GAM) ha scoperto qualcosa di unico: un collegamento tra due dei più estesi sistemi di caverne sommerse d’acqua esistenti sulla Terra: il Sac Actun e il Dos Ojos, sotto la penisola messicana dello Yucatan. La scoperta dimostra che i due “mondi” sono in realtà un unico immenso reticolo di caverne, il più lungo al mondo: 344 chilometri.
Spiega Guillermo de Anda, direttore del GAM: «Questo è il più importante sito archeologico sommerso al mondo, con almeno un centinaio di contesti archeologici differenti, con le testimonianze dei primi coloni d'America, di fauna estinta e, ovviamente, della cultura Maya».
Il lavoro di ricerca, coordinato da Robert Schmittner (Exploration Gran falda acquifera Progetto Maya), è arrivato a un punto di svolta nel 2017 con l’impegno di un gruppo di sommozzatori specializzati in grotte sommerse: Schmittner cercava la connessione da diversi anni, ma fino ad oggi i suoi tentativi lo avevano portato a scoprire sempre nuove gallerie, non il tanto atteso passaggio.
Ancora sorprese. Prima di questa scoperta il sistema di grotte sommerse più lungo al mondo era quello di Ox Bel Ha (267 chilometri), a sud di Tulum, in Messico. Il Sac Acctun era al secondo posto con 260 chilometri, seguito dal Koal Baal (91 km) e dal Dos Ojos (86 km).
In base alle regole delle denominazioni usate in speleologia, quando due sistemi di grotte si incontrano viene mantenuto solo il nome del più grande: tuttavia, per Schmittner, è ancora presto per decidere qualcosa sul nome, perché il sistema di grotte potrebbe essere collegato con almeno altri tre. In quell’area, secondo il Quintana Roo Speleological Survey, vi sarebbero 358 sistemi di grotte sommerse con oltre 1.390 chilometri di cunicoli.
Tesori inestimabili. Forse, ancor più del record di lunghezza di una grotta sommersa, la ricerca di questi anni è importante perché ha permesso di scoprire come la vasta riserva di acqua dolce che caratterizza la regione dello Yucatan sostiene una grande biodiversità e una forte relazione con l’uomo, soprattutto del passato.
I ricercatori hanno infatti scoperto all’interno delle caverne un gran numero di manufatti che risalgono al periodo Maya e anche reperti ossei che devono essere studiati nei dettagli. Spiega De Anda: «Abbiamo portato alla luce più di 100 reperti di fauna estinta, di scheletri umani, di ceramiche e altri oggetti Maya. Sono tunnel, quelli che abbiamo scoperto, che ci portano indietro nel tempo di 10-12.000 anni».