Scienze

Citare Bob Dylan: la sfida di 5 scienziati svedesi

I ricercatori si sono lanciati in una scommessa che ha per tema il loro idolo, Bob Dylan: vince chi cita il maggior numero di frasi del cantautore nei propri articoli. La gara, aperta a tutti, è più seria di quanto sembri.

Scrivere un articolo scientifico può rivelarsi un lavoro lungo e faticoso. Per aggiungere un po' di "pepe" ai propri lavori, un gruppo di scienziati svedesi ha pensato di condire i titoli dei paper con citazioni tratte dai brani del proprio mito musicale: Bob Dylan.

Il premio in palio. La sfida in corso tra 5 ricercatori del Karolinska Institute impegnati nei campi della Medicina, della Biologia e della Chimica farmaceutica, è infarcire i titoli dei propri scritti con il maggior numero possibile di frasi del cantautore americano, come racconta un articolo del Guardian. Chi ne accumula di più prima della pensione, vince una cena offerta dai colleghi in un ristorante di Solna, a nord di Stoccolma, dove si trova l'Università.

Un titolo appropriato. La gara ha avuto inizio 17 anni fa, con un articolo di Jon Lundberg e Eddie Weitzberg pubblicato su Nature.

La copertina del 45 giri di Blowin' in the wind.

Il paper, dedicato al passaggio di gas nel tratto respiratorio e nell'intestino, si intitola Nitric oxide and inflammation: The answer is blowing in the wind (monossido d'azoto e infiammazione: la risposta sta soffiando nel vento), con riferimento al capolavoro assoluto di Bob Dylan.

Pan per focaccia. La risposta degli altri "fan" è arrivata a qualche anno di distanza. Nel 2003 Jonas Frisén e Konstantinos Meletis hanno usato un'altra citazione del cantante in un paper sulla capacità di cellule sanguigne di trasformarsi in neuroni. Il titolo dell'articolo è Blood on the Tracks: A Simple Twist of Fate? in cui addirittura, si nominano sia il titolo di un album del 1975 (Blood on the Tracks), sia quello di un brano in esso contenuto.

Quando ha saputo della scommessa in corso, si è aggiunto anche Kenneth Chien, esperto di malattie cardiovascolari. Senza farlo apposta, Chien aveva già usato un titolo di un brano di Bob Dylan in un paper del 1998, Tangled Up in Blue: Molecular Cardiology in the Postmolecular Era.

sotto a chi tocca. La gara è aperta a tutti, spiegano i ricercatori, che si informano a vicenda dei "punti" messi a segno via mail. «Non stiamo parlando esclusivamente di pubblicazioni scientifiche - o andremmo nei guai», spiega Weitzberg. «Vanno bene anche articoli scritti sulle ricerche altrui, introduzioni di libri, articoli di fondo». L'importante è che il titolo rafforzi il contenuto scientifico dell'articolo. «La citazione è al servizio dell'articolo, e non viceversa» specifica Frisén.

Un modello da seguire. I cinque si sono spinti a un paragone tra la carica innovativa della musica di Bob Dylan e la forza rivoluzionaria che dovrebbe avere la ricerca.

Su un punto sono tutti d'accordo: Dylan avrebbe meritato il Nobel per la Letteratura.

Loro, forse, meriterebbero un Ig Nobel, a giudicare dai titoli di altri loro lavori (nel frattempo la produzione di citazioni si è intensificata): The Biological Role of Nitrate and Nitrite: The Times They Are a-Changin’, 2009; Eph Receptors Tangled Up in Two; Dietary Nitrate – A Slow Train Coming, 2011.

29 settembre 2014 Elisabetta Intini
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