Vuoi sapere se tuo figlio sarà un genio della matematica o un nuovo Alessandro Manzoni? Se sarà più portato per le materie logico-matematiche o per quelle letterarie? Secondo una ricerca inglese, basta guardargli le dita delle mani. Lo studio, condotto dal Dipartimento di Psicologia dell'Università di Bath (Regno Unito), ha preso a campione bambini di sette anni dimostrando che quelli con l'anulare più lungo dell'indice ottengono mediamente voti più alti in matematica. Viceversa, i bimbi con l'indice più lungo sono più bravi nelle materie letterarie. Ma esiste una spiegazione scientifica? Secondo gli scienziati è una questione di ormoni: «Da tempo sappiamo», afferma Mark Brosnan, a capo del Dipartimento, «che il testosterone contribuisce allo sviluppo delle aree del cervello coinvolte nelle abilità logiche mentre gli estrogeni quelle associate alle funzioni verbali. Il fatto è che questi ormoni influenzano anche lo sviluppo delle dita, rispettivamente dell'anulare e dell'indice». La dimensione delle dita non può sostituire i test attitudinali, precisano i ricercatori, ma offre un altro elemento utile nello studio delle funzioni cerebrali.