Si potrebbe quasi dire che è “resuscitato”. Il 35enne giapponese che, disperso in montagna a ottobre, è stato ritrovato dopo 24 giorni in stato di apparente arresto cardiaco e respiratorio. Ma dopo le prime cure i medici si sono accorti che, seppur indebolito, l’uomo non aveva subito alcun danno serio agli organi e dopo qualche tempo di osservazione è stato dimesso, riprendendo a pieno ritmo la sua vita di impiegato comunale. Ma più che un miracolo, per gli scienziati è stato “esperimento” - seppur accidentale - ben riuscito.
Mitsutaka Uchikoshi, così si chiama l’uomo, dopo essersi perso, si è sdraiato su un pezzo di terreno erboso, dove batteva il sole e lì si è addormentato. Uno stato che gli scienziati definiscono molto simile all’ibernazione. Senza mangiare, né bere per tre settimane, il suo metabolismo e i suoi organi si sono semplicemente “spenti”. La temperatura del corpo non è mai scesa sotto i 22 gradi, evitando così danni al cervello.
Secondo alcuni scienziati è la dimostrazione che l’ibernazione è possibile e potrebbe essere usata per rallentare la distruzione delle cellule, nei casi di malattie terminali.