L'intelligenza dei computer del futuro passerà dalle emozioni. Basterà insegnare loro a provare rimorso per il passato, lo stesso che sentiamo noi quando ci rendiamo conto di aver fatto un "passo falso". In questo modo migliorerebbe la capacità dei software di minimizzare gli errori e di predire tutti gli scenari possibili.
Andrea Porta, 7 marzo 2008
Intelligenza artificiale: forse un giorno con quest'espressione indicheremo computer capaci di pentirsi per una decisione sbagliata |
Quando sentiamo parlare di intelligenza artificiale pensiamo a supercomputer che eseguono centinaia di migliaia di operazioni al secondo, non certo a sistemi informatici che rimpiangono il passato. Eppure sembra questa una delle strade che porteranno a realizzare software dotati di un'intelligenza veramente superiore, quasi "umana". Ma che farsene di un elaboratore che si pente delle azioni che non ha compiuto? No, non ci troveremo a dover consolare il nostro portatile o a prestare i kleenex al pc del nostro ufficio: le "emozioni" di cui saranno capaci i sistemi informatici del futuro serviranno a migliorare le prestazioni di calcolo nei processi decisionali delle grandi organizzazioni aziendali.
Computer con l'anima
Davide Marchiori dell'Università di Trento e Massimo Warglien dell'Università Ca' Foscari di Venezia sono i pionieri di un innovativo software che affiancherà l'uomo nelle scelte tra complesse opzioni. Lo studio parte infatti dall'idea che gli uomini, dopo aver preso una decisione, abbiano sempre la tendenza a guardarsi indietro per valutarla a posteriori. È in quel momento che, nel caso di una scelta che riteniamo sbagliata, scatta il rimorso. Talvolta difficile da sopportare, il rimpianto è però utile: ci insegna a non ripetere più lo stesso errore.
Rimorsi di coscienza al silicio
Perché non applicare la stessa strategia anche alle macchine? I ricercatori hanno immaginato il modello matematico di un software capace di esaminare le azioni che ha compiuto, confrontarle con le "strade non prese" e stabilire se queste ultime si sarebbero potute rivelare migliori. In quel caso il "rimorso elettronico" entra in azione, insegnando al sistema a non ripetere la scelta sbagliata. L'obiettivo è di arrivare in futuro a produrre macchine pensanti, capaci di imparare dai propri errori come facciamo noi.