Un nuovo studio statistico sul clima aggiunge un nuovo tassello alla questione dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale. Apparso su Nature Climate Change, lo studio mostra che i cambiamenti climatici avvenuti nell'arco degli ultimi decenni stanno avvenendo a una velocità senza precedenti e che, soprattutto, iniziano nuovamente ad accelerare.
Un modello per 40 anni. Steve Smith, climatologo del Department of Energy's Pacific Northwest National Laboratory, afferma: «Abbiamo messo a punto un modello climatico che opera su archi di tempo di 40 anni, che è un periodo consistente per la vita di un uomo e corrisponde alla vita media di un manufatto dei nostri tempi, come un edificio o una strada». Il gruppo di ricerca ha testato il modello confrontandolo con le variazioni di temperatura avvenute in passato e verificato una forte corrispondenza tra il modello e i dati reali.


Temperatura a balzi. Tra ciò che lo studio statistico ha potuto evidenziare con precisione vi è il fatto che anche nel passato (ma non più indietro del 1850, quando si iniziò a collezionare temperature in modo continuo e scientifico) l'aumento di temperatura non è stato lineare, ma ha avuto balzi positivi e negativi anche di 0,2 °C per decennio.
Questo potrebbe spiegare la stasi nei trend di crescita degli ultimi due decenni, periodo durante il quale la temperatura non è cresciuta in modo lineare. Ma la stasi, secondo Smith, terminerà e le temperature riprenderanno a crescere a un ritmo accelerato rispetto al periodo precedente la stasi stessa.


Voci dissonanti. Secondo questo complesso modello climatico la temperatura del pianeta torna dunque a crescere. Interpretazione però contestata dal responsabile di un importante centro di ricerca climatologica mondiale, il Florida Center for Investigative Reporting, dove secondo alcune voci sarebbero addirittura state bandite espressioni come "cambiamenti climatici" e "riscaldamento globale", almeno nei documenti ufficiali.


Su queste voci non è possibile avere conferma, tuttavia è noto che il responsabile dell'agenzia, il repubblicano Rick Scott, è uno scettico del clima, ossia crede poco o nulla ai cambiamenti climatici indotti dall'uomo, e naturalmente il suo staff è composto da uomini di sua fiducia. E a nulla vale il fatto che proprio la Florida sia una delle regioni del mondo maggiormente colpita, negli ultimi anni, dai più devastanti uragani mai visti e che ciò che resta oggi di una delle più straordinarie aree del mondo per la ricchezza in biodiversità, le Everglades, sia considerata fortemente a rischio per l'aumento del livello del mare.
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