Immaginate di poter far ricrescere un arto amputato in appena 18 mesi: sembra fantascienza, ma è l'incredibile obiettivo raggiunto da un team composto da scienziati della Tufts University e del Wyss Institute di Harvard che, utilizzando un cappuccio di silicone contenente un cocktail di farmaci, è riuscito a far ricrescere arti funzionanti a rane a cui erano stati amputati. I risultati dello studio sono pubblicati su Science Advances.
Rigenerazioni in natura. In natura esistono diversi animali capaci di rigenerare parti del corpo, come le salamandre (che riescono addirittura a rigenerare organi vitali come cuore e cervello), le lucertole (alle quali ricresce la coda) o i vermi piatti, che possono persino formare nuovi organismi a partire da pezzi di se stessi.
Anche noi umani abbiamo la capacità di ripararci (anche se non così bene come i vermi piatti): il nostro fegato, ad esempio, sa riformarsi totalmente anche dopo aver perso il 50% del proprio volume. Tuttavia, quando perdiamo degli arti a causa di un incidente o una malattia (come il diabete), non possiamo rigenerarli.
Cocktail magico. Qui arriva in aiuto la (fanta)scienza: i ricercatori statunitensi sono riusciti a far ricrescere gli arti persi a rane endemiche dell'Africa australe, le platanne (Xenopus laevis). Per farlo hanno coperto per 24 ore la ferita con un tappo in silicone contenente un idrogel arricchito con cinque farmaci, ognuno con una funzione diversa - ridurre l'infiammazione, inibire la produzione di collagene per evitare la cicatrizzazione dei tessuti e favorire la crescita di nuove fibre, vasi sanguigni e muscoli.
Zampe (quasi) perfette. Nella maggior parte dei casi la zampa amputata è ricresciuta in 18 mesi ricreando un arto funzionante quasi quanto quello naturale. Oltre a tessuti, muscoli e nervi, sono ricresciute anche le ossa, ma solo fino a parte degli stinchi. «I piedi e le dita non hanno ossa, e quindi sono flaccidi», spiega Mike Silver (Tufts University) a Focus.it: «la zampa in sé ha però una rigidità interna data dalla struttura ossea, e la rana può quindi contare sulla forza muscolare per nuotare o reagire agli stimoli.»
Niente cicatrici. La maggior parte degli animali capaci di rigenerare parti del corpo vivono in ambienti acquatici, ed è per questo che i ricercatori hanno pensato di simulare un ambiente umido nel loro esperimento: «Coprire la ferita con un cappuccio pieno di idrogel aiuta a simulare un ambiente acquatico, che, insieme ai giusti farmaci, favorisce il processo di ricostruzione prevenendo la formazione di cicatrici», spiega David Kaplan, uno dei ricercatori.
Il prossimo passo è testare questo trattamento sui mammiferi...