Un deposito sotterraneo contenente almeno un miliardo e mezzo di metri cubi di elio (He) è stato individuato nella Rift Valley, in Tanzania. La scoperta ha momentaneamente placato le preoccupazioni legate alla scarsità in natura di questo gas inerte impiegato in molti settori scientifici (oltre che per gonfiare palloncini).
Risorsa rara. L'elio è utilizzato nelle applicazioni di risonanza magnetica (MRI), negli impianti di ricerca nucleare, per sostenere i palloni meteorologici (perché ha quasi la stessa capacità di sollevamento dell'idrogeno senza però essere infiammabile), nel raffreddamento dei magneti superconduttori come quelli di LHC e in vari altri ambiti industriali.
Ma la difficoltà nel suo reperimento - le uniche fonti note sono legate ai sottoprodotti dell'estrazione di altri gas e petrolio - ha provocato un'impennata nei prezzi e restrizioni nell'uso ludico. Il nuovo deposito, trovato da ricercatori britannici e dalla compagnia norvegese Helium One, garantisce il mantenimento e la stabilità dei prezzi di diverse applicazioni industriali e scientifiche, incluso l'utilizzo per la risonanza magnetica - almeno finché non verranno industrializzati i nuovi sistemi di raffreddamento, che non hanno bisogno di elio liquido.
Il ruolo dei vulcani. Il giacimento non è stato scoperto per caso. La Rift Valley è un'area vulcanica molto attiva e si pensa che i movimenti geologici, attraverso il calore, facilitino il rilascio dell'elio accumulato nelle antiche rocce della crosta terrestre. Se però il gas intrappolato si trova troppo vicino a un vulcano, può succedere che l'elio finisca diluito tra i gas eruttati, come con l'anidride carbonica. Ecco perché si tratta di una scoperta di grande valore.