Scienze

Rapporto genitori-figli ai tempi di Facebook

La famiglia nell'era di Facebook!

Un padre uccide una figlia e ne ferisce un’altra per poi togliersi la vita. Pare che la discussione fosse nata a causa di Facebook. Un episodio che fa riflettere sul rapporto genitori-figli ai tempi di Facebook.

“Il 28% degli adolescenti romperebbe volentieri l’amicizia con i genitori online… se potesse”

Lite per Facebook – È possibile che una discussione su Facebook possa sfociare in una dramma familiare? Sembra che sia stato proprio il social network a scatenare la follia omicida di un maresciallo dei Carabinieri di Subiaco, in provincia di Roma, che ha prima ucciso la figlia di 13 anni, poi ha ferito gravemente la figlia più grande di 15, e alla fine si è tolto la vita con la sua pistola di ordinanza. Tutti lo descrivono come un uomo tranquillo e un militare irreprensibile che non aveva mai mostrato segni di squilibrio o reazioni violente. Le autorità romane stanno ancora indagando, ma la domanda sorge spontanea: l’uso dei social network può davvero essere causa di gravi conflitti tra genitori e figli?

Genitori apprensivi – Con tutto quello che si sente in giro, a torto e a ragione, sui rischi dei social network come Facebook, i genitori più apprensivi vogliono sapere cosa combinano i loro figli online. Un recente studio commissionato dal colosso americano AOL, e condotto da Nielsen, rivela che più della metà dei figli intervistati (54%) non conosce personalmente tutti i propri amici di social. Una notizia che alimenta ulteriormente le paure delle mamme e dei papà con il risultato che il 76% dei genitori con figli dichiara di aver stretto amicizia con i propri marmocchi, ma che il 29% degli adolescenti romperebbe volentieri questo “legame virtuale” su Facebook se potesse.

Dialogo prima di tutto – Il compito dei genitori, da che mondo è mondo, è proteggere la propria prole. E i rapporti tra genitori e figli iniziano a complicarsi nella fase dell’adolescenza. Che fare adesso che ci sono in ballo anche i social network? Il dialogo prima di tutto. Bisognerebbe spiegare loro che la vita "virtuale" non è esente da rischi esattamente come quella "reale", che bisogna fare attenzione a scegliere le proprie amicizie online e cercare di essere prudenti nelle informazioni che si rendono pubbliche. Sarebbe anche opportuno affiancarli nelle impostazioni relative alla privacy e discutere con loro riguardo a come e cosa condividere con gli altri, illustrandone i pro e contro, e dare un occhio ogni tanto anche alla pubblicità che compare su Facebook perché le aziende non vanno tanto per il sottile con i minori.

Alla fine, l'ideale sarebbe decidere insieme quali informazioni personali lasciare “in bianco” perché non è detto che bisogna per forza comunicare indirizzo e numero di telefono. Provate a chiedere ai vostri figli se sono informazioni che darebbero a uno sconosciuto per strada. Vi risponderanno sicuramente di “no”.

Figli sotto controllo – I genitori sono, tutto sommato, delle persone “normali”, e anche loro si registrano su Facebook per ritrovare vecchi compagni di scuola e alimentare le proprie amicizie. Ma ovviamente anche per tenere d’occhio i propri rampolli. Un’indagine condotta su 2.000 genitori e figli da TRUSTe e Lightspeed Research svela che il 72% dei genitori controlla l’account dei figli almeno una volta al mese e che l’84% dichiara che i propri figli si comportano in modo responsabile con le proprie informazioni personali. Forse non sanno che i figli adolescenti “amici” dei genitori sono molto più attenti alla questione della privacy rispetto ai loro coetanei a “piede libero” tanto che l’80% dichiara di nascondere volontariamente informazioni, spesso anche a mamma e papà. Il 18% dei ragazzi intervistati si sente imbarazzato e “bloccato” quando posta sui social.

E figli “spiati” – Una delle soluzioni per scoprire cosa combinano i figli su facebook è stringere amicizia con loro. Ma alcuni papà e mamme, sempre secondo lo studio di TRUSTe, si spingono oltre e nel 40% dei casi riescono a farsi dare dai propri figli adolescenti i dati per accedere a Facebook con il loro account (e verificare meglio cosa bolle in pentola). E nel 10% dei casi si appropriano dei dati di nascosto per poterli "controllare" più da vicino. In pratica un genitore su dieci spia i figli a loro insaputa.

App per genitori “discreti” – Controllare discretamente i figli su Facebook è un diritto di ogni genitore, ma non tutti hanno così tanto tempo da passare online. Ecco che la tecnologia corre in loro aiuto. Esiste un’applicazione che si chiama Piggyback in grado di monitorare in tempo reale le attività sociali e di gioco dei figli. Offre una panoramica generale di quello che succede online e invia delle notifiche quando succede qualcosa di “sospetto”. È tutto sommato un modo discreto per tenerli d’occhio, seppure a distanza, anche per quanto riguarda i “crediti” e gli acquisti di oggetti virtuali.

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5 novembre 2010
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