Il Nobel per la fisica a tre studiosi che hanno allargato il nostro punto di vista sull'universo.
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Una supernova vista attraverso il telescopio Chandra a raggi X. Il premio Nobel è andato a un fisico italo-americano che ha contribuito a sviluppare l'astronomia a raggi X. Clicca qui per ingrandire l'immagine (attenzione, l'immagine è di quasi 100 kbyte). |
Il Nobel per la fisica è stato assegnato quest'anno a tre studiosi che, con diversi approcci, hanno ampliato il nostro modo di vedere il cosmo. Raymond Davis Jr., Masatoshi Koshiba e Riccardo Giacconi si divideranno il premio (circa 1,1 milioni di euro) per aver scoperto nuovi modi di osservare la vita delle stelle e dell'universo.
I primi due sono infatti tra i più importanti studiosi dei neutrini, particelle dalla massa quasi nulla ma onnipresenti nel cosmo. Giacconi, fisico di origine italiana (è nato a Genova nel 1931, ma ormai cittadino americano) ha fatto nascere l'astronomia a raggi X, costruendo uno strumento che permette di osservare le emissioni nell'universo di questi raggi ad alta energia.
Impalpabili particelle. I neutrini sono particelle ipotizzate molti anni fa dal fisico svizzero Wolfgang Pauli, ma la cui esistenza è stata dimostrata solo nel 1955. Essendo privi di carica, attraversano i corpi senza essere influenzati dagli atomi presenti; e in effetti miliardi di neutrini passano nel nostro corpo senza che ce ne accorgiamo. Raymond Davis Jr. ha ipotizzato che sarebbe stato possibile scoprire i neutrini costruendo un enorme serbatoio, sigillato dalle influenze esterne in una miniera. Il suo esperimento dimostrò inequivocabilmente l'esistenza di neutrini perché nel giro di 30 anni riuscì a catturare almeno 2.000 neutrini. Il giapponese Masatoshi Koshiba ha invece costruito un serbatoio pieno di acqua, che riuscì a scoprire la presenza di neutrini provenienti dal sole. Le scoperte di Davis e Koshiba hanno dato il via all'astronomia dei neutrini.
Raggi dall'universo. Riccardo Giacconi invece fu il primo a inventare l'astronomia a raggi X, intuendo che anche queste radiazioni ad altissima energia potevano dare informazioni sulla struttura del cosmo. Costruì quindi uno strumento che, mandato nello spazio, scoprì per la prima volta una sorgente di raggi X fuori dal sistema solare, e fu anche il primo a dimostrare che l'universo contiene una radiazione di fondo costituita appunto da raggi X.
(Notizia aggiornata al 9 ottobre 2002)