Il Telescopio Spaziale Hubble
Questa storia ha inizio nel lontano 1997. Il telescopio spaziale Hubble era stato oggetto da poco più di un mese di una missione di manutenzione da parte di un gruppo di astronauti che lo aveva raggiunto a bordo dello Space Shuttle Discovery. L’operazione aveva annesso al telescopio vari strumenti per lo studio dello spazio profondo, tra i quali lo Space Telescope Imaging Spectrograph, per un valore complessivo di 136 milioni di dollari. Nel mese di marzo gli astronomi a Terra iniziarono a verificare la validità di quegli strumenti: ma alle prime prove notavano che c’era qualcosa di strano. Scariche misteriose Scariche elettriche molto potenti attraversavano gli strumenti elettronici mettendo in pericolo la loro sopravvivenza. Vennero così allertati i centri di assistenza della Nasa, tra i quali il gruppo che studia e analizza gli effetti delle radiazioni cosmiche sugli strumenti dei satelliti, guidato da Ken LaBel. “Notammo –spiega l’ingegnere- che le scariche elettriche non avvenivano a caso, ma solo quando il telescopio passava al largo delle coste orientali dell’America meridionale”. Tutta colpa del nucleo Le ricerche per trovare la soluzione portarono a scoprire che le cause non erano da imputare né allo spazio, né agli strumenti a bordo dell’Hubble, bensì al nucleo della Terra. Un mistero, per svelare il quale è necessario una breve digressione. Ancora oggi l’interno del nostro pianeta è più indecifrabile che non la superficie di Saturno, anche se questi si trova ad oltre un miliardo di chilometri da noi, mentre il centro della Terra è a non più di 6.400 km. Viaggio al centro della Terra Nessuno ha mai progettato di raggiungerlo perché impossibile con qualsiasi tecnologia a disposizione, tant’è che il pozzo più profondo mai realizzato è arrivato a circa 12.000 m di profondità, non più dello 0,2% del raggio terrestre. E per una simile impresa ci sono voluti più di 10 anni. Eppure il nucleo occupa un posto di notevole rilevanza all’interno della Terra. Esso infatti, ha un diametro di circa 3.500 km e quindi è più grande di Marte. E come il cuore di un essere vivente le sue pulsazioni rendono vivo il pianeta. È dal suo calore infatti, che gigantesche risalite di magma muovono le placche terrestri, da cui prendono vita i vulcani e i terremoti. E i suoi movimenti interni sono responsabili dell’esistenza del campo magnetico del nostro pianeta, indispensabile per riparare la Terra dalle radiazioni cosmiche, micidiali per la vita.
La seconda domanda alla quale i geologi vogliono dare una risposta riguarda la velocità con la quale si propagano le onde sismiche all’interno del nucleo. Calcoli molto raffinati hanno permesso di evidenziare che le onde che si propagano da nord a sud viaggiano con una velocità del 3% superiore a quelle che si muovono da est ad ovest. Perché? Anche in questo caso l’esperimento è la miglior strada per dare una risposta. Ci ha provato Kei Hirose del Tokyo Institute of Technology, il quale ha spiegato. “Ho voluto realizzare un viaggio al centro della Terra nel mio laboratorio. Ho preso un pezzo di ferro e nickel nelle proporzioni simili a quelle che dovrebbero esserci nel cuore del pianeta, quindi l’ho sottoposto a pressioni di 3 milioni di volte superiori a quelle presenti sulla superficie della Terra e a temperature di 4.700° C e ho verificato cosa è successo”. Ci sono voluti mesi prima di riuscire nell’esperimento perché la preparazione del campione è molto complessa e più di un campione non è sopravvissuto alle pressioni di due denti di diamante e a un fascio laser che lo hanno sottoposto alle altissime pressioni e temperatura simili a quelle del nucleo terrestre, ma alla fine i risultati sono arrivati. “Attraverso le analisi ai raggi X del campione abbiamo visto che a quelle condizioni il ferro e il nickel cambiano la loro struttura cristallina e soprattutto i cristalli di ferro sono cresciuti in dimensioni di circa 1.000 volte, pur rimanendo del tutto stabili”. Ciò significa, che il nucleo interno potrebbe essere composto da pochi minerali, ma di dimensioni enormi. “Non è da escludere che essi possano raggiungere lunghezze di 10 km e più”, spiega Hirose. Foresta di cristalli Il nucleo della Terra dunque potrebbe essere immaginato come una gigantesca foresta di cristalli posti con il lato allungato con direzione nord-sud. Questa situazione spiegherebbe anche perché la velocità delle onde sismiche che si muovono da nord a sud è superiore a quelle ad esse perpendicolari. Forse, dunque, il viaggio al centro della Terra dell’uomo, concretamente possibile solo nei film di fantascienza, sta diventando una realtà in alcuni laboratori del pianeta.