Il campo magnetico della Terra, generato dal movimento del nucleo fluido metallico, è il fenomeno che determina la posizione dei poli magnetici del nostro pianeta e protegge gli ecosistemi terrestri dalle particelle cariche del vento solare. Ma la posizione dei poli stessa non è fissa, e si sposta ogni anno, anche se rimane sempre pressappoco nella stessa zona geografica.
Può accadere però che lo spostamento sia molto più ampio e i poli addirittura subiscano un’inversione: come una calamita che si capovolge, il nord si trasforma nel sud. Il processo sembra avvenire in un tempo relativamente breve, geologicamente parlando. Il campo magnetico diminuisce e - nel giro di qualche migliaia di anni - si inverte.
IMmediato. Una ricerca cui hanno partecipato anche enti italiani ha scoperto qualcosa di diverso: che cosa è avvenuto nel passato e potrebbe accadere in futuro.
Studiando e datando i sedimenti di un antico lago che ora affiora nei pressi di Popoli, in Abruzzo, i geologi sono stati in grado di determinare che l’inversione chiamata transizione Matuyama-Brunhes è avvenuta in un tempo brevissimo: meno di un secolo!


«Lo studio ha fornito una delle migliori registrazioni disponibili delle caratteristiche e variabilità temporale del campo magnetico terrestre durante un’inversione di polarità», dice Biagio Giaccio, ricercatore dell’Igag-Cnr. «La nostra stima più conservativa è che si sia sviluppata in meno di un secolo, probabilmente molto meno». Geologicamente, il periodo è quasi istantaneo, in tempi non molto diversi da quelli di una vita umana.

Satelliti in tilt? Anche se il fenomeno sembra terribile, non pare, sempre dallo studio della antica geologia, che siano successe catastrofi in occasione delle inversioni.
Cosa che potrebbe però accadere adesso: la mancanza di campo magnetico, che precede l’inversione dei poli, potrebbe avere conseguenze sui sistemi satellitari e la distribuzione di energia elettrica.
Questo perché con un campo magnetico più debole il vento solare potrebbe arrivare fino a terra e influenzare tutti i sistemi basati sull’elettricità.
La ricerca è stata pubblicata su Geophysical Journal International.