Il prossimo numero della rivista Time, in uscita il 31 maggio, dedica la sua famosa copertina alle ultime notizie che riguardano Facebook e la privacy. Le questioni personali degli utenti del sito più social del mondo, sembrano essere di nuovo la pietra dello scandalo.
“Nuove indiscrezioni sui dati personali venduti a fini commerciali dal social network”
Sanno chi ti piace – Stando alle ultime notizie che girano in Rete, il patron di Facebook, Mark Zuckerberg, avrebbe il vizietto di condurre esperimenti informatici sui profili e i dati dei suoi utenti, allo scopo di … predirne il futuro. Ad esempio nel libro “Facebook Effect”, scritto da un insider della compagnia, viene rivelato che il giovane Mark, esaminando le amicizie e le comunicazioni sul network, sarebbe in grado di determinare, con un’accuratezza addirittura del 33%, con chi un dato utente potrebbe avere una relazione entro il limite temporale di una settimana.
Si vendono le tue informazioni? – L’altra notizia, che oltre alla copertina del Time guadagna anche un’inchiesta sul Wall Street Journal, è che servizi molto noti come Facebook e Myspace, più altri siti sociali sparsi per il Web, venderebbero alle aziende di advertising online i dati dei propri utenti. In poche parole, ricercatori e informatici di mezzo pianeta accusano una parte di codice che, ogni volta che un utente clicca su una data pubblicità all’interno di una pagina di Facebook, identifica e rende noto il soggetto a chi quella pubblicità l’ha pagata: l’inserzionista è in grado di individuare chi ha materialmente cliccato sul link. Queste informazioni, racchiuse in una parte di codice ora già in corso di modifica, possono essere facilmente usate per riconoscere il profilo individuale. Profilo che, va ricordato, contiene le informazioni che il soggetto ha reso volontariamente pubbliche e spesso comprendono: il suo vero nome, l’età, la residenza, l’occupazione e il luogo di lavoro, i gusti e soprattutto il legami affettivi e le amicizie, non solo online. Tutti questi dati sono allettanti per chi vuole accalappiare quella che, nel darwinismo economico, è una probabile preda: il consumatore.