Il pericolo maggiore per i satelliti in orbita terrestre sono senza dubbio le tempeste solari, che si formano quando vi è l’espulsione di materiale, soprattutto plasma (particelle cariche dal punto di vista elettrico), dalla corona del Sole.
La tempesta può compromettere le comunicazioni tra i satelliti e la Terra, soprattutto i satelliti di posizionamento Gps, e alterare il lavoro dei satelliti meteorologici e di altro genere. Le ricadute per la vita quotidiana possono essere anche molto gravi, come per esempio, impedire a un aereo di volare con una rotta prestabilita e seguita dai Gps o a una nave di entrare in un porto senza andare a sbattere contro il molo.
OGGI SOLO UN'ORA PRIMA. Oggi alcuni satelliti preposti al controllo dell’attività del Sole permettono ai "meteorologi spaziali" di prevedere se una tempesta solare sarà pericolosa o meno per i satelliti con un anticipo non superiore ai 60 minuti dall’evento, ossia dall’impatto del plasma solare con la Terra.
È un periodo di tempo troppo breve per poter prendere delle precauzioni, come per esempio ruotare i satelliti esponendo alla tempesta le parti meno delicate o per chiudere certe ottiche.

PRESTO 24 ORE PRIMA. Ma ora si è sulla strada che dovrebbe permettere una previsione delle tempeste con un anticipo di 24 ore. Se si arriverà a questa possibilità lo si dovrà soprattutto a Neel Savani del Goddard Space Flight Center della Nasa che ha pubblicato una sua ricerca su Space Weather.
Per capire il lavoro di Savani va spiegato un elemento importante. All'interno dei flussi di plasma che arrivano dal Sole è sempre presente un campo magnetico la cui forma dipende da due fattori: il primo è la forma iniziale che il campo magnetico possiede quando il materiale lascia la nostra stella; il secondo è l’evoluzione che esso subisce durante l’avvicinamento alla Terra.
Quando il campo magnetico della nube di plasma si incontra con il campo magnetico terrestre in un particolare modo, i due campi aprono una sorta di canale che dà modo al plasma di avvicinarsi alla Terra e scatenare la tempesta magnetica i cui effetti visibili sono le aurore boreali.
TEST SU 8 TEMPESTE. Fino a oggi si riusciva a capire come erano fatte le tempeste solari in prossimità della stella, ma non si riusciva a seguirne l’evoluzione durante l’attraversamento dello spazio tra il Sole e la Terra se non all'ultimo momento (la fatidica ora prima dell'arrivo).
Ora Savani attraverso una serie di osservatori terrestri e spaziali e grazie a un algoritmo è riuscito a seguire l’evoluzione del campo magnetico di alcune tempeste dal Sole alla Terra e quindi a prevedere come si sarebbe comportata al contatto con il campo magnetico terrestre.
Ha testato il suo sistema su 8 tempeste solari con risultati molto soddisfacenti.
IL BOLLETTINO SOLARE. Se gli ulteriori test gli daranno credito è possibile che nel giro di pochi mesi o pochi anni il Noaa, l’ente americano che studia gli oceani e l’atmosfera, e il Met Office, l’ente inglese per lo studio del clima e del tempo, potranno emettere previsioni sulla pericolosità delle tempeste solari 24 ore prima del loro arrivo.
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