Un nuovo giorno, un nuovo inaspettato e catastrofico effetto del cambiamento climatico: ormai raccontare quello che sta succedendo al Pianeta è come fare i reporter dal fronte di una guerra che noi stessi abbiamo causato. L'ultimo aggiornamento, che rientra nella categoria "questo proprio non me l'aspettavo", arriva dall'America, dove un ingegnere e docente di Ingegneria Ambientale alla Colorado State University ha pubblicato uno studio nel quale sostiene che le prossime vittime dei cambiamenti climatici potrebbero essere... i ponti.
Nessuno aveva considerato... Per la precisione, il professor Hussan Mahmoud fa riferimento a quelle circa 600.000 strutture che attraversano le città e le autostrade americane, fatte di cemento supportato da travi di acciaio. Sono proprio queste ultime il problema, in particolare nei punti dove due travi diverse (e dunque due diverse sezioni del ponte) si connettono con un giunto; quest'ultimo serve a dare stabilità ma anche flessibilità al ponte, e in condizioni normali ha abbastanza "gioco" da resistere alle espansioni o contrazioni della struttura. Quello che nessuno aveva considerato in fase di costruzione era che un giorno le temperature sarebbero state così alte.
Previsioni. Mahmoud e il suo team hanno quindi costruito una simulazione nella quale mettere alla prova la stabilità di questi ponti incrociando il loro stato di usura con le temperature previste nel 2040, 2060 e 2100. I risultati dicono che l'intero nord degli Stati Uniti è a rischio di incidenti anche gravi dovuti al deterioramento della sua rete infrastrutturale, e che solo nel sudest la situazione è (per ora) sotto controllo.