Gli arti multiuso di seppie, polpi e calamari, insieme agli altri "superpoteri" dei cefalopodi - come le capacità mimetiche, la visione polarizzata e l'inchiostro spruzzato per difendersi - nacquero grazie a una guerra evolutiva nelle profondità marine, tra i 160 e i 100 milioni di anni fa.
Lo afferma una ricerca dell'università di Bristol, che per la prima volta fa luce sull'origine di queste creature evolute da antichi molluschi marini con il guscio. Se sui loro antenati si hanno molte informazioni, anche grazie alla ricchezza di fossili, le dinamiche della loro diversificazione, della perdita della conchiglia e della nascita dei tentacoli erano ancora avvolte nel mistero.
Grandi cambiamenti. Secondo lo studio, basato su indagini genetiche, i cefalopodi svilupparono i loro bizzarri arti e le peculiari doti di intelligenza durante un periodo di sconvolgimenti evolutivi per gli oceani, conosciuto come Rivoluzione marina del Mesozoico.
Se sulla Terra era l'età d'oro dei dinosauri, sotto le onde le cose cambiavano rapidamente. I pesci, i cefalopodi e i loro predatori si trovarono coinvolti in una gara di agilità e velocità che portò polpi, seppie e calamari a perdere il loro guscio e ridurre lo scheletro interno, sviluppando un corpo sempre più dinamico, in grado di comprimersi velocemente, di estendersi per catturare le prede o di nascondersi in una nuvola di inchiostro.
Il metodo. Elemento chiave delle indagini è stato l'orologio molecolare, basato sul fatto che le mutazioni si accumulano nei geni con il passare del tempo. Analizzando il numero di mutazioni per milioni di anni ci si è fatti un'idea dei tempi dell'evoluzione di queste creature. Questi calcoli sono stati poi confrontati con i reperti fossili, che hanno confermato l'epoca della diversificazione e dell'esplosione dei tentacoli.