Presto i nanorobot potrebbero "vivere" di vita propria. Sono stati sperimentati in Californa i primi protoitpi di biorobot in grado di muoversi da soli, grazie alla combinazione di cellule di topo con alcuni microchip.
Una cellula (in questo caso neuronale) sopra un chip di silicio, al microscopio elettronico. |
I ricercatori sono infatti riusciti a far crescere delle cellule di prelevate dal cuore di un topo, sullo scheletro di alcuni microchip di silicio. E hanno creato un nano robot capace di sportarsi da solo. Più simile a una termite che a Terminator.
Eppur si muovono. I nanorobot, lunghi meno di un millimetro, sono ricoperti di cellule muscolari, alimentate da una soluzione di zuccheri, che si contaraggono ritmicamente spostando minuscole gambe. In altre parole si muovono come se fossero vivi, anzi sono vivi. «I dispositivi che abbiamo creato sono vivi - sottolinea Montemago - le cellule crescono, si moltiplicano e si assemblano formando così la struttura del dispositivo stesso, senza nessun intervento esterno».
Ma a cosa possono servire tanti microscopici “esseri” meccanici viventi? Benché sia tutto ancora in fase di sperimentazione si pensa che potrebbero essere usati in alcuni dispositivi in miniatura, come i generatori elettrici che alimentano i chip dei computer.
Gli scienziati californiani hanno anche creato un microrobot con due minuscole zampe, simili a quelle di una rana, capaci di muoversi e piegarsi grazie a delle giunture meccaniche, alimentate dalle cellule e senza bisogno di alcuna alimentazione esterna.
(Notizia aggiornata al 20 gennaio 2005)