L'immagine di un troglodita affamato che addenta carne cruda è piuttosto distante dalle abitudini culinarie dei Neanderthal. La dieta dei nostri lontani parenti comprendeva prelibatezze come pesci, volatili e piante erbacee, magari arrostiti e... con un pizzico di piccante.
l'arte del condimento. L'ipotesi che i nostri predecessori ravvivassero le loro pietanze con erbe aromatiche è affascinante ma suffragata, purtroppo, da pochi dati scientifici. Scoprire che cosa ci fosse nei piatti Neanderthal 40-50 mila anni fa non è impresa semplice. Ma alcuni indizi farebbero pensare che, oltre a conoscere l'uso di piante medicinali, queste popolazioni sapessero sfruttare il sapore speziato di alcuni vegetali.
rimedi naturali. L'idea ha origine da uno studio compiuto qualche anno fa sul tartaro dentale di resti Neanderthal di 50 mila anni fa, rinvenuti nella grotta di El Sidrón, Spagna. Karen Hardy e i colleghi dell'Università di Barcellona vi trovarono resti di camomilla e achillea (una pianta aromatica usata talvolta per insaporire la birra) e conclusero che i Neanderthal dovevano praticare rudimentali cure erboristiche, così come fanno alcuni primati.


Contorno "forte". Ma uno studio di Sabrina Krief, del Museo di Storia Naturale di Parigi, appena pubblicato sulla rivista Antiquity, sembra fornire una diversa interpretazione. Osservando gli scimpanzé del Kibale National Park, in Uganda, Krief ha notato che i primati accompagnano le carni appena cacciate con tre diversi tipi di foglie, una delle quali dal gusto piccante.
Erbe medicinali? Forse, ma tutti gli animali mangiavano le stesse, ed è improbabile - conclude Krief - che avessero tutti gli stessi malesseri. Inoltre, la predilezione per l'una o l'altra pianta sembra cambiare di popolazione in popolazione, in base alle disponibilità naturali.









Piatto ricco. Se gli scimpanzé mangiano speziato, che cosa ci dice che i Neanderthal non facessero altrettanto? Non lo possiamo escludere, chiarisce un articolo su New Scientist, ma rimane un'ipotesi piuttosto teorica. Quel che sappiamo è che questi ominidi impararono a integrare nella loro dieta carboidrati naturali, e che apprezzavano diverse varietà di carni - soprattutto bovina, equina o di cervo (rinoceronti e mammut erano "piatti della domenica").
Resti di focolari e fuliggine fanno pensare arrostissero i cibi, e forse bollivano le ossa per estrarne sapori e nutrienti, come si fa ancora in alcuni stufati. Insomma, le doti dei lontani cugini non smettono di sorprendere.
Qual è il peperoncino più piccante?
Scoprilo e provalo, se hai il coraggio