Perchè per alcuni imparare a ballare o suonare uno strumento o compiere movimenti che richiedono una particolare coordinazione è così difficile? Lo spiega un recente studio di Oxford. (Focus.it, 4 marzo 2010)
Imbranati nel ballo? In difficoltà nell’imparare un nuovo pezzo al pianoforte? Tranquilli: c’è una spiegazione scientifica che vi eviterà di dover inventare imbarazzanti scuse con amici e conoscenti.
Secondo una recente ricerca chi ha problemi nell’apprendere una semplice sequenza di movimenti presenta delle anomalie nella reattività al GABA o acido γ-amminobutirrico, un neurotrasmettitore rilasciato dai neuroni che svolge un ruolo fondamentale nella programmazione, esecuzione e controllo dei movimenti fondamentali.
Quanto GABA hai?
«Gli schemi di apprendimento dei movimenti sono molto diversi da individuo a individuo: con il questo studio abbiamo voluto verificare se questa variabilità può essere attribuita a variazioni nella risposta del GABA» spiega Charlotte Stagg dell’Università di Oxford.
Utilizzando una risonanza magnetica spettroscopica, i ricercatori hanno misurato i livelli di acido γ-amminobutirrico nel cervello di alcuni volontari.
Nei giorni seguenti hanno chiesto loro di imparare una semplice sequenza di movimenti da ripetere con le dita e hanno nuovamente monitorato i loro cervelli con una risonanza magnetica funzionale.
Gli individui con una maggiore reattività al GABA sono stati i più veloci ad imparare la sequenza: la loro corteccia motoria, durante l’esercizio, è risultata molto più attiva rispetto a quella dei colleghi meno forniti del prezioso γ-amminoacido.
Corteccia connessa
I risultati dello studio lasciano supporre che la reattività al GABA sia direttamente correlata alla formazione delle connessioni neuronali nella corteccia motoria. Questi collegamenti tra neuroni sono la base cellulare sulla quale il nostro cervello costruisce i processi di apprendimento e i ricordi.
La ricerca è importante dal punto di vista clinico perché apre la strada a un nuovo tipo di trattamento per il recupero dei pazienti colpiti da ictus. Questo tipo di trauma influenza negativamente la risposta al GABA e, secondo gli scienziati, agire sui livelli di questo γ-amminoacido potrebbe portare a risultati positivi.